James Webb, lanciato nello spazio il rivoluzionario telescopio: così scoprirà le origini dell'universo

Questo telescopio studierà le galassie più remote

James Webb, lanciato nello spazio il rivoluzionario telescopio: così scoprirà le origini dell'universo

di Enzo Vitale

Studiare le galassie più remote per cercare di ricostruire i primi istanti dopo la nascita dell’universo, ma anche e soprattutto scandagliare le atmosfere degli esopianeti fino ad ora scoperti per comprenderne la loro composizione e, quindi, rivelare eventuali possibilità di vita. Degli oltre cinquemila corpi oltre il Sistema solare andrà a caccia di quei pianeti che si trovano nella cosiddetta "fascia di abitabilità".

 

In estrema sintesi sono gli obiettivi di Jwt, all'anagrafe James Webb telescope, il più grande “occhio” terrestre mai costruito finora in orbita il giorno di Natale tra le 13:20 e le 13:52 ora italiana. A mandarlo in orbita è sttao il razzo Ariane5 già sulla rampa di lancio della base spaziale di Kourou nella Guyuana francese.

RITARDI A NON FINIRE  E I RICERCATORI ITALIANI DEL PROGETTO

La realizzazione, ma anche la messa in orbita del supertelescopio (poi andremo a definire meglio la sua struttura), è stata sempre un po' travagliata. Il progetto targato Nasa, Esa ed Agenzia spaziale canadese risale agli anni novanta accumulando una serie di ritardi e imprevisti da Guinness dei primati. Ma comunque alla fine ce l'abbianmo fatta e per gli astronomi uno dei più belli e graditi regali di Natale. Tra gli astronomi e i ricercatori che utilizzeranno la tecnologia di Jwt anche diversi italiani come Mario Guarcello, ricercatore presso l’Inaf di Palermo, Brunella Nisini,ricercatrice Inaf a Roma, Luigi Bedin ricercatore all’Inaf di Padova, Roberto Decarli ed Eros Vanzella, ambedue dell'Inaf di Bologna.

(La differenza di grandezza tra l'HUbble telescope, in orbita ormai da diversui anni, e il Jwt)

UN SUPER OCCHIO DI ULTIMA GENERAZIONE

James Webb Telescope non è il primo telescopio spaziale, il progetto arriva dopo le esperienze dei suoi predecessori: Hubble e Spitzer.

La differenza con il suo predecessore riguarda la grandezza, Hubble ha uno specchio primario per le osservazioni ottiche di quasi 2,5 metri, 5 strumenti scientifici che gli permettono di osservare anche nell'ultravioletto e nell'infrarosso. Jwt, invece, operarerà prevalentemete nell'infrarosso per studiare gli oggetti più remoti del nostro universo.

Ma come Hubble, anche Jwt avrà la possibilità di osservare otticamente con uno specchio, anzi una serie di specchi, che misura oltre sei metri di diametro che sarà in grado di osservare gli oggetti più deboli, risalendo ancora più indietro nel tempo rispetto ad Hubble con immagini più nitide e accurate. Oltre alle dimensioni la differenza tra i due sarà anche la distanza di operatività dalla Terra: 570 chilometri per il primo, oltre1,5 milioni di chilometri per il secondo.

enzo.vitale@ilmessaggero.it


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 08:17
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