Iran, ancora proteste e morti. Rohani apre: il popolo è libero di manifestare

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Non si fermano le proteste in Iran. Sale ad almeno 12 il bilancio dei morti nelle proteste antigovernative in corso in Iran: la Tv di Stato iraniana riporta che 10 persone sono state uccise ieri notte, mentre ieri il vice capo della sicurezza del governatore della provincia Habibollah Khojastepour aveva annunciato la morte di due dimostranti nella notte tra sabato e domenica.

La gente in piazza manifesta contro il governo, il carovita e la corruzione del regime. La televisione statale iraniana riporta che 10 persone sono state uccise durante le proteste in corso nel Paese. Ad Arak 12 agenti di polizia sono rimasti feriti negli attacchi all'ufficio del governatorato della stessa città. Oscurati i social. Negli ultimi giorni, riporta la Bbc, sono state arrestate circa 400 persone, la metà delle quali sabato notte a Teheran. Il presidente Hassan Rohani apre: il popolo è libero di manifestare, ma nella legalità. 

 


«Manifestanti armati hanno cercato di assaltare alcune stazioni di polizia e basi militari, ma si sono trovati davanti una seria resistenza da parte delle forze di sicurezza». È quanto ha riferito la tv di Stato iraniana in merito alle violente proteste anti regime. Secondo l'agenzia stampa iraniana Ilna, nella piccola cittadina nord occidentale di Takestan, i manifestanti hanno dato fuoco ad una scuola per il clero e a edifici governativi. 

Due persone sono rimaste uccise oggi e altre ferite durante le proteste antigovernative a Izeh, una città nella provincia di Khuzestan nel sudovest dell'Iran: lo ha detto il parlamentare iraniano Hedayatollah Khademi all'agenzia di stampa semiufficiale Ilna, aggiungendo che alcune persone sono state arrestate e che materiale esplosivo è stato trovato nelle loro abitazioni.

«Le critiche e le proteste sono un'opportunità, non una minaccia», ha detto il presidente iraniano Rohani in una dichiarazione pubblicata sul sito web della presidenza, in cui ha minimizzato la portata delle proteste, definendole «niente». «La nazione stessa risponderà a rivoltosi e delinquenti - ha continuato Rohani -. La nostra nazione affronterà questa minoranza che urla slogan contro la legge e insulta la santità ed i valori della rivoluzione».

Trump «non ha il diritto di simpatizzare» con il popolo iraniano, ha poi aggiunto Rhani. «L'uomo negli Stati Uniti che oggi vuole simpatizzare con il nostro popolo - dice Rohani durante la riunione di governo, in un riferimento al presidente americano che non cita mai per nome - ha dimenticato che pochi mesi fa ha definito la nazione iraniana terrorista. Questa persona, che è contraria alla nazione iraniana dalla punta dei piedi alla cima dei capelli, non ha il diritto di simpatizzare con il popolo iraniano».

«La persona che lavora ogni giorni contro la nazione iraniana - ha insistito Rohani nel suo attacco al presidente degli Stati Uniti - non può simpatizzare con la nazione iraniana. E anche quel paio di nazioni arabe della regione che in questi anni hanno lavorato contro la nazione iraniana non possono essere comprensivi con la nazione iraniana».

L'Iran «sta fallendo a ogni livello», «è tempo di cambiare», ha affermato il presidente americano Donald Trump in un nuovo tweet, nel quale torna ad attaccare anche l'accordo nucleare stretto dal suo predecessore barack Obama con Teheran. «L'Iran - si legge- sta fallendo ad ogni livello malgrado il terribile accordo fatto con l'amministrazione Obama. Il grande popolo iraniano è stato represso per tanti anni. Sono affamati di cibo e libertà. Assieme ai diritti umani la ricchezza dell' Iran viene saccheggiata. È tempo di cambiare!». 

«La gente finalmente ha capito che i loro soldi e il loro benessere viene sperperato per il terrorismo - aveva twittato il giorno prima Trump -. Sembra che gli iraniani non ne possano più. Gli Usa vigilano su eventuali violazioni dei diritti umani».

«Il popolo iraniano è libero di manifestare», basta che le proteste «siano autorizzate e legali» e che non si trasformino in violenza, aveva detto in precedenza il presidente iraniano. «Una cosa è la critica - ha detto - un'altra la violenza e la distruzione della proprietà pubblica». Pur attaccando il presidente americano Trump per le sue «interferenze» e il sostegno su Twitter agli iraniani in piazza, Rohani riconosce tuttavia che il popolo non è solo preoccupato per motivi economici, ma anche «per la corruzione e la trasparenza».


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Gennaio 2018, 16:14
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