I nonni di Younes Abouyaaqoub: "Nostro nipote si è radicalizzato in Spagna"

I nonni di Younes Abouyaaqoub: "Nostro nipote si è radicalizzato in Spagna"

di Enrico Chillè
Alcuni di loro sono nati in Marocco e si sono trasferiti da bambini, altri invece sono nati in Catalogna ma ad accomunare i giovani membri della cellula responsabile della strage di Barcellona sono proprio le origini. A Mrirt, cittadina a tre ore di auto dalla capitale Rabat, sono nati quattro dei giovani terroristi e qui vivono ancora i loro familiari rimasti in Marocco. El Pais, grazie anche alla collaborazione della polizia marocchina e ad alcuni marocchini che da anni vivono in Catalogna, è riuscito a incontrarli.



Tra questi ci sono anche Aqbouch Abouyaaqoub e Hychami Charifa, due coniugi di circa 80 anni. Loro sono i nonni di Younes Abouyaaquob, che si trasferì con i genitori da ragazzino a Ripoll. Nella cittadina catalana tutti ricordano Younes e i suoi amici come ragazzi insospettabili, perfettamente integrati e capaci di parlare contemporaneamente lo spagnolo e il catalano. I nonni di Younes, autore materiale della strage abbattuto oggi dopo una fuga di quasi quattro giorni, sono certi: «Nostro nipote si è radicalizzato in Spagna, non qui in Marocco. Quando si trasferì a Ripoll con i genitori, era un bambino e doveva ancora finire i suoi studi».



Anche i familiari di Moussa Oukabir vivono in Marocco: nella città di Aghbala sono circa settanta i parenti, più o meno stretti, del 17enne membro del commando. Anche qui, gli abitanti sono convinti che i ragazzi siano stati indottrinati in Spagna: «Noi non c'entriamo nulla col terrorismo, questa è una piccola città rurale. Moussa aveva solo 17 anni, cosa poteva sapere della vita e del mondo? Anche gli altri come lui avevano la testa vuota e qualcuno gliel'ha riempita con idee deliranti».



Come già ampiamente annunciato dai quotidiani spagnoli e catalani, anche gli inquirenti sono certi che i giovanissimi membri del commando terrorista siano stati radicalizzati in Catalogna. Il responsabile è considerato Abdelbaki Es Satty, che fino a due mesi fa era stato l'imam di Ripoll e che aveva avuto contatti con i reclutatori del commando che colpì a Nassiriya e a Madrid, rispettivamente a novembre 2003 e marzo 2004. Chi ha frequentato il locale adibito a moschea in cui l'uomo predicava è certo: «A Ripoll, l'imam non ha mai parlato di Islam radicale né di Isis». Per questo gli inquirenti sospettano che l'indottrinamento dei giovanissimi sia avvenuto in un appartamento nei pressi di Barcellona e all'interno di un furgone.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Agosto 2017, 18:44
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