Hitler è morto nel 1945. Ancora mistero sul presunto suicidio, lo rivela l'analisi di un medico francese

Hitler è morto nel 1945. Ancora mistero sul presunto suicidio, lo rivela l'analisi di un medico francese

di Paolo Travisi
Adolf Hitler è morto nel 1945 nel bunker di Berlino. L'analisi condotta dal medico legale ed antropologo forense Philippe Charlier sui (presunti) resti del dittatore nazista, esclude le teorie complottiste sulla fuga di Hitler all'estero. Lo studio, realizzato dai ricercatori dell'università di Versailles Saint Quentin en Yvelines e pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Internal Medicine, mette a tacere tutte quelle voci che nell'arco di 70 anni hanno voluto Hitler in fuga “in Sud America, nascosto in una base in Antartide o addirittura sul lato oscuro della Luna”, come dice lo stesso medico francese.

Secondo la storiografia ufficiale Adolf Hitler morì il 30 aprile 1945 nel bunker di Berlino, ingerendo cianuro e probabilmente con un colpo in testa. Per suo volere, il corpo venne bruciato per impedire che finisse nelle mani delle truppe russe che stavano invadendo la città. Ma i resti del nazista, cioè parte di una mandibola e di una mascella con denti e un frammento di cranio con un foro di proiettile, sono stati prelevati e custoditi dai servizi russi, nella più totale segretezza, fino al 1993 quando con la fine dell'Unione Sovietica, ne dichiararono il possesso. Ed è su questi resti che i medici francesi hanno effettuato l'esame, pur in assenza di un esame del DNA che ne certificasse l'appartenenza a Hitler. Come dire il dubbio resta.

Ma secondo Charlier, esperto internazionale in questo settore, diversi elementi fanno convergere verso l'autenticità. A partire dai denti. Solamente 4 sarebbero sani. Tutti gli altri erano protesi metalliche e di ceramica, fatto che trova riscontro con la radiografia dentaria ufficiale in possesso degli Stati Uniti. E poi il prelievo del team francese di frammenti di tartaro ha confermato che Hitler fosse vegetariano e avesse disturbi allo stomaco. Anche su questo la storiografia è concorde. E ancora tracce blu rinvenute sulle protesi, fanno ipotizzare ad una reazione chimica tra metallo e cianuro, che sarebbe la principale ipotesi sul suicidio del nazista. Ma tutte queste conferme riproposte dagli scienziati francesi ed avvalorate nel corso dei decenni, si scontrano con l'assenza di tracce di piombo ed altri metalli pesanti nel frammento di cranio analizzato. Se è vero che esiste un foro compatibile con un proiettile in uscita, indice di uno sparo.

L'assenza di metalli residui, secondo il medico francese, indica che il proprietario dei denti non si sparò in bocca o che cranio e denti non appartengono allo stesso corpo. Possibile invece che la canna della pistola fosse puntata sotto al mento o sulla tempia destra. Dunque lo studio dell'equipe di Charlier basandosi sull'analisi dei denti, conferma la morte di Adolf Hitler nel 1945, ma non la modalità con cui sarebbe avvenuta. Cianuro probabile. Che si fosse sparato in bocca da escludere, stando ai resti esaminati. La certezza di avrà solo quando la Russia consentirà di effettuare il test del DNA.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Maggio 2018, 17:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA