Ne abbiamo visti tanti, di morti, in questa guerra nel cuore dell’Europa. Oggi sono tre mesi, da quella notte in cui le colonne di blindati russi hanno varcato la frontiera. Ma il numero dei caduti - soprattutto quello dei soldati - è un segreto di Stato che sia Kiev che Mosca custodiscono gelosamente. Perché la prima regola di ogni guerra è non demoralizzare il proprio popolo. Ma nelle cifre incrociate di diverse fonti, il velo si può squarciare. E i numeri di cui si parla sono quelli di «una macelleria», definizione usata da Draghi nella sua missione alla Casa Bianca.
Il Cremlino non aggiorna il numero dei suoi caduti dal primo mese di guerra: ne ha riconosciuti solo 1351. Un numero di gran lunga lontano dalla realtà. Secondo il rapporto dell’intelligence britannica, pubblicato ieri dal ministero della Difesa di Londra, il bilancio delle vittime tra le truppe russe in Ucraina nei primi tre mesi dell’invasione è simile a quello registrato dall’allora Unione Sovietica durante i suoi nove anni di guerra in Afghanistan. Gli 007 non danno cifre, ma si sa che dal giorno dell’invasione il 24 dicembre 1979 e il ritiro del 15 febbraio 1989, i caduti sovietici in Afghanistan sono stai circa 26mila. Un numero più preciso lo dà il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine: dal 24 febbraio i caduti russi sarebbero 29.200. Un numero credibile, in linea con quello stimato dalle intelligence occidentali. Ma anche un numero imponente, che dà l’idea dell’intensità dei combattimenti di questi tre mesi, e del volume di fuoco che si abbatte sugli schieramenti opposti: in dieci anni di Vietnam - per dare l’idea - gli Stati Uniti hanno avuto 60mila caduti.
«Questo continuo aumento dei morti tra le file dell’esercito - conclude il report britannico - potrebbe portare ad una crescente insoddisfazione da parte della popolazione russa».
E poi nel mattatoio ucraino c’è il capitolo vittime civili. Li abbiamo visti nelle strade dei villaggi dell’oblast di Kiev, da Bucha a Irpin, sotto le macerie di Kharkiv o Borodianka, ma quanti sono? Ieri la procuratrice generale ucraina Iryna Venediktova, che indaga sui crimini di guerra russi, ha parlato di «4600 vittime civili dal 24 febbraio, inclusi 232 bambini». Un numero poco più alto di quello che risulta all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani: 3752 morti tra i civili. Un numero - ammette l’Onu - tarato al ribasso.
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Maggio 2022, 10:33
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