Lavatrici, piatti, tv, parti d’auto: il mercato delle razzie russe, gli oggetti rubati dai soldati spediti con i corrieri

Nelle retrovie russe i blindati scaricano quintali di merce razziata nelle case abbandonate dagli ucraini

Lavatrici, piatti, tv, parti d’auto: il mercato delle razzie russe, gli oggetti rubati dai soldati spediti con i corrieri

di Giammarco Oberto

I soldati entrano trascinando pacchi di tutte le dimensioni, si mettono in coda diligentemente nell’ufficetto dove la dipendente della compagnia di spedizioni Sdek compila e stacca ricevute. Da lì tutto viene spedito con corriere espresso a casa, dovunque sia negli immensi territori della Federazione russa. Uno sciame di furgoni Kamaz carichi del bottino di guerra razziato nelle case degli ucraini. C’è di tutto, in quei pacchi: lavatrici, tv, frigoriferi, parti di ricambio di auto, monopattini elettrici, tappeti, quadri, piatti, cosmetici, perfino giocattoli per bambini.

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Mosyr, villaggio bielorusso a ridosso della foresta radioattiva di Chernobyl. Kiev dista 240 chilometri verso sud. Qui sono le retrovie russe, qui rientrano i feriti che devono essere rimpatriati. E qui i blindati scaricano quintali di merce razziata nelle case abbandonate dagli ucraini. Il video dei via vai nel magazzino dello spedizioniere è stato diffuso da una testata on line di opposizione al regime Lukashenko.

I giornalisti sono anche riusciti a individuare dai distintivi al braccio che si tratta do soldati del 56° plotone delle truppe d’assalto aereo trasportate delle forze armate russe di stanza a Feodosia, in Crimea.

In Ucraina è in atto il più grande saccheggio dal Dopoguerra. Le telecamere di sicurezza da settimane filmano soldati russi che fanno irruzione nelle case e le saccheggiano, anche in cerca di dollari ed euro. I servizi segreti ucraini hanno diffuso intercettazioni telefoniche tra i soldati invasori e le loro famiglie: «Dove siamo andati? Un po’ a saccheggiare in giro». «Adesso hai due cappotti di visone e Dasha uno di volpe artica. Abbiamo preso il controllo della casa, ci vivono 20 di noi, abbiamo bevuto un cognac da settemila rubli. Forse c’è anche la Coca cola, alla fine mi prenderò una tv da 70mila rubli. Siamo autorizzati a portare via». Molta della merce rubata, secondo il ministero della Difesa ucraino, finisce a Narovlya, in Bielorussia, dove i soldati avrebbe aperto un grande mercato del bottino di guerra.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Aprile 2022, 19:00
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