Siria caos. "A Ghouta attacco con il gas cloro". Le forze turche entrano ad Afrin

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Le forze speciali turche hanno attaccato stamattina Afrin, nel nord-ovest della Siria, riuscendo ad entrare nell'enclave curda. La città si trova da oltre un mese sotto l'attacco di Ankara e ora è stata espugnata.
 


Il loro compito principale, secondo i media locali, sarà quello di contrastare possibili infiltrazioni di miliziani curdi dell'Ypg nei villaggi già passati sotto il controllo turco e di partecipare all'assedio del centro urbano di Afrin. Con le forze speciali, saranno schierati da oggi nell'area anche circa 600 membri curdi e arabi della 'Brigata dei falchi curdì dell'Esercito siriano libero. 
 


 Le unità della Brigata dei falchi curdì sono note anche come 'berretti rossì: il dispiegamento è stato annunciato dal suo comandante Hassan Abdullah Kulli, citato da Anadolu. Intanto, le forze armate turche hanno fornito stamani un nuovo bilancio dell'operazione 'Ramoscello d'ulivò, indicando in 2.059 i «terroristi» curdi dell'Ypg e dell'Isis «neutralizzati» (cioè uccisi, feriti o fatti prigionieri) dall'inizio dell'offensiva, il 20 gennaio scorso. Le cifre non sono verificabili in modo indipendente sul terreno.

GLI ARRESTI IN TURCHIA Sono almeno 845 le persone arrestate in Turchia con l'accusa di «propaganda terroristica» per aver criticato l'offensiva contro l'enclave curdo-siriana diAfrin, da quando è iniziata il 20 gennaio scorso. Lo fa sapere il ministero degli Interni di Ankara. La maggior parte (648) è finita in manette per aver denunciato l'operazione 'Ramoscello d'ulivò sui social media, mentre le altre sono state detenute dopo aver preso parte a manifestazione di protesta. Tra le persone fermate, e poi rilasciate, ci sono anche figure di spicco, come i vertici dell'Associazione dei medici turchi e la ex leader del partito filo-curdo Hdp, Serpil Kemalbay.

BOMBARDAMENTO A GHOUTA Diverse persone hanno riportato sintomi di esposizione al gas cloro dopo un raid del regime siriano sulla Ghoutaorientale, sobborgo a est di Damasco in mano all'opposizione. È quanto denunciato in una nota dal servizio sanitario gestito dai ribelli che opera in quest'enclave sotto assedio da quattro anni. I raid rappresentano una violazione della tregua stabilita dalla risoluzione Onu di recente approvazione. Secondo alcune testimonianze, è stato avvertito un forte odore di cloro dopo un' «enorme esplosione» avvenuta nell'area di al-Chaifounia, località della Ghouta orientale. Almeno 18 persone sono state curate a causa dei sintomi di esposizione al gas a seguito dell'attacco.



L'Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all'opposizione con sede in Gran Bretagna, ha riferito che un bambino è morto per soffocamento nel sobborgo a est di Damasco, precisando tuttavia di non essere in grado di stabilire se il decesso sia legato all'uso di gas tossici. L'esercito siriano non ha reagito a quest'informazione. Il regime di Damasco, dal canto suo, ha sempre negato l'uso di armi chimiche nella guerra con i ribelli.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Febbraio 2018, 15:42
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