Il benvenuto di Kiev: le sirene di allarme antiaereo hanno cominciato a suonare non appena Draghi, Scholz e Macron - i tre più importanti leader della Ue - hanno raggiunto l’albergo in centro per riposarsi un attimo dopo il viaggio in treno durato tutta la notte.
Una missione estenuante - anche pericolosa - dall’altissimo valore simbolico, che Macron ha riassunto così, appena le delegazioni sono arrivate in stazione: «Siamo venuti per inviare un messaggio di unità europea verso tutti i cittadini ucraini. Un messaggio di sostegno perché le prossime settimane saranno molto difficili». I leader hanno voluto vedere di persona uno dei luoghi simbolo dei massacri di civili, Irpin. Guardano la carcassa di un’auto sforacchiata dai proiettili, «dentro c’era una donna». Osservano in silenzio i monconi di palazzi bombardati. Al palazzo presidenziale di Kiev li aspetta Zelensky, in maglietta verde oliva. Qui al terzetto si unisce anche il presidente romeno Iohanniss. «Apprezziamo la vostra solidarietà con la nostra nazione e il nostro popolo» li ha accolti il presidente ucraino.
«Spero non parlino solo di armi», commentava intanto da Mosca il portavoce del Cremlino Peskov.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Giugno 2022, 13:35
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