Corridoi per il grano da Odessa, c'è l’intesa tra Russia e Turchia

Corridoi per il grano da Odessa, c'è l’intesa tra Russia e Turchia

di Giammarco Oberto

Erdogan ci ha scommesso, sul suo ruolo chiave nella guerra del grano. Ora cala le sue carte. E il suo piano per sbloccare la crisi alimentare mondiale avrebbe già incassato l’approvazione del Cremlino. La sfida per il presidente turco è ora convincere Kiev, che anche ieri, attraverso il ministro degli esteri Kuleba, ha ribadito di «non fidarsi». C’è molta attesa per il vertice di domani ad Ankara. Ci sarà anche il ministro degli Esteri russo Lavrov, al tavolo per la creazione di “corridoi alimentari”: si tratta di rimettere in moto le circa 25 milioni di tonnellate di grano ferme nei silos ucraini, che stanno affamando Africa e Medio Oriente.

Ecco la proposta di Erdogan, per ora limitata al porto di Odessa: prima lo sminamento del mar Nero da parte dei genieri turchi - un’operazione per cui potrebbe volerci un mese -, poi la scorta della Marina di Ankara ai cargo fino ad acque neutrali, con un centro di coordinamento e monitoraggio a Istanbul. Kiev però sente puzza di bruciato. Gli ucraini temono che lo sminamento dei porti e l’apertura di vie commerciali possano essere sfruttati come un Cavallo di Troia dai russi per un attacco a sorpresa a Odessa.

A placare la diffidenza potrebbero essere le garanzie di un allargamento della missione internazionale, sotto l’egida dell’Onu.

Il tema grano resta un tasto dolente per l’Ucraina. Kiev sostiene che Mosca ha sottratto 500mila tonnellate di grano, per un valore di 100 milioni di dollari, trasferendolo nei porti in Crimea e poi caricandolo sui suoi cargo. Tre dei quali - e questa denuncia arriva invece dagli Stati Uniti - sono già diretti verso l’Africa. Il dipartimento di Stato americano ha inviato un cablogramma a 14 Paesi africani avvertendoli che quei cargo trasportano «grano ucraino rubato». Li invitano a non accettare le lusinghe di prodotti a buon mercato «che li renderebbero complici di un crimine di guerra». Un dilemma non difficile per tanti Paesi africani: dall’altro lato della bilancia c’è la fame.


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Giugno 2022, 11:40
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