Giornalista fatta a pezzi, mistero sempre più fitto: "Uccisa dal portellone"

Giornalista fatta a pezzi, mistero sempre più fitto: "Uccisa dal portellone"

di Federica Macagnone
Si aggroviglia sempre più il giallo del sottomarino di Copenaghen in cui la notte del 10 agosto ha trovato la morte la 30enne giornalista freelance svedese Kim Wall: salita a bordo per realizzare un reportage, era stata trovata morta nelle acque vicino alla capitale senza testa né gambe né braccia. 

 
 


Peter Madsen, il 46enne creatore del sommergibile Nautilus Uc3, che inizialmente si era difeso dicendo di non saperne nulla, avendo fatto sbarcare la donna dopo l'intervista, su un’isoletta vicino a Copenaghen, ha nuovamente cambiato versione, dopo quelle sconnesse e contrastanti fornite in precedenza: ora ha raccontato alla polizia che la giornalista era stata colpita accidentalmente da un portellone di 70 chili, aveva perso moltissimo sangue ed era morta. Preso dal panico, lui aveva tentato di far sparire il cadavere in mare dopo averlo mutilato e legato a pezzi di metallo per non farlo riaffiorare, per poi affondare il sottomarino aprendo le valvole. Sarà davvero questa la versione reale di come sono andate le cose, oppure Madsen, arrestato con l'accusa di omicidio colposo, nasconde altre verità? Dopo le troppe inversioni di rotta da parte dell'uomo, gli inquirenti prendono ogni sua parola con le pinze: prima di riuscire a stabilire cosa è successo a bordo del sottomarino ci vorrà ancora del tempo. 

Kim Wall, nota tra l'altro per i suoi reportage dalla Corea del Nord, dall'Uganda e da Haiti e per i suoi articoli per The New York Times, era stata data per scomparsa l'11 agosto: a far scattare l'allarme era stato il suo fidanzato, che non riusciva più a mettersi in contatto con lei. Una volta avviate le ricerche, la polizia era riuscita a rintracciare Madsen via radio: l'inventore aveva tentato di tranquillizzare tutti dicendo che c'erano stati dei problemi tecnici, ma che la situazione non era grave. Dopo poco, però, il sottomarino, 40 tonnellate di peso e 18 metri di lunghezza, si era inabissato: Madsen si era salvato, ma di Kim non c'era alcuna traccia. Alcuni giorni dopo il torso della donna è stato ripescato su una riva a sud di Copenaghen senza testa e senza arti. Da quel momento in poi, con tutti i sospetti concentrati su di lui, comincia la girandola di versioni raccontate da Madsen. E non è detto che quella fornita ora sia l'ultima.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Settembre 2017, 21:15
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