Elizabeth morì nuda in un armadio a muro: «Poteva salvarsi». Ecco come

Elizabeth morì nuda in un armadio a muro: «Poteva salvarsi». Ecco come

di Domenico Zurlo
Alla fine avrebbe potuto salvarsi. Il caso di Elizabeth Isherwood, la ex poliziotta che morì dopo essere rimasta intrappolata per due giorni nell’armadio a muro di una casa vacanze, ha fatto il giro del web pochi mesi fa: oggi sappiamo, dopo le indagini, che Elizabeth poteva salvarsi. Le sarebbe bastato, dopo aver fatto il buco in una delle pareti dell’armadio a muro, insistere un po’ più a lungo.

Secondo quanto emerso già qualche settimana fa, la donna era a pochi centimetri dalla “libertà”: una foto appesa sulla parte esterna però camuffava l’apertura. Elizabeth, che era rimasta nell’armadio completamente nuda, cercò di farsi strada attraverso i mattoni per colpa della maniglia della porta che si era rotta: per due giorni chiese aiuto, ma i vicini pensarono fossero rumori dovuti ai lavori degli operai, e la sessantenne morì di ipotermia.



Secondo quanto raccontato dai vicini, che pensavano fossero gli addetti alla manutenzione, scrive il Telegraph, sarebbe bastato che Elizabeth continuasse a chiedere aiuto facendo rumore oltre le 5 del pomeriggio: in quel caso avrebbero capito che non si trattava di lavori in corso, e avrebbero lanciato l’allarme. Invece dopo le 5 la donna, sconsolata, rinunciò. Il suo corpo fu trovato solo una settimana dopo: nel tentativo di liberarsi, Elizabeth aveva rotto una tubatura dell’acqua, e furono proprio le perdite d’acqua ad allarmare il personale della casa vacanze, fino alla tragica scoperta.

Il figlio della donna, Craig, ha fatto causa al proprietario dell’appartamento, sostenendo come non controllare il funzionamento della maniglia della porta dell’armadio sia stato un atto di negligenza: «Mia madre è morta nelle circostanze più terribili che si possano immaginare, per ore ha cercato di scappare», ha detto il figlio al Telegraph.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Ottobre 2018, 18:23
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