Elisabetta, il funeral day è già nella Storia: il mondo si ferma, a Westminster 500 capi di Stato

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di Totò Rizzo

Riposi in pace, dopo undici giorni di dolore familiare, di mestizia collettiva, di ali di folla lungo le strade dalla Scozia all’Inghilterra. Riposi in pace, Elisabetta II, 96 anni e 70 di regno, sepolta ieri sera nella Cappella di San Giorgio nel Castello di Windsor accanto al marito Filippo, al padre, alla madre, alla sorella Margaret.

LA FAMIGLIA. Un addio commosso nonostante l’ufficialità della giornata storica, presenti in 500 tra capi di Stato (Mattarella, Biden, Macron), re, regine, principi ereditari, sultani, sceicchi da mezzo mondo. Sul feretro il biglietto del nuovo sovrano, Carlo III, «in ricordo amorevole e devoto», firmato Carlo R. (rex in latino), le lacrime di Edoardo, l’ultimogenito, a Westminster, la commozione di Anna ed Andrea, gli occhi lucidi di William, l’erede al trono, e del fratello “ribelle” Harry. Sguardi e telecamere puntati sui principini George e Charlotte, figli di William e Kate, 9 e 7 anni, rigorosamente in nero: lei ha voluto appuntare sul soprabito una spilla a forma di ferro di cavallo, in omaggio alla passione della bisnonna.

 

I SUDDITI. Centinaia di migliaia, assiepati dietro le transenne, al passaggio del feretro. O davanti ai megaschermi di Hyde Park con i plaid per sedersi sull’erba e gli sgabelli pieghevoli per i più anziani, davanti ai televisori accesi per la diretta nei locali pubblici di tutto il Paese (con audience a 9 zeri nel mondo). Un rapporto di identità inscalfibile con il personaggio e ciò che ha rappresentato per il Regno Unito. Lanci di fiori lungo il Mall, il viale che porta a Buckingham Palace che Elisabetta ha percorso tante volte in carrozza o sulle Rolls o le Bentley delle cerimonie ufficiali. Stavolta l’ultimo viaggio su un’austera Jaguar nera.

IL FERETRO. Le Guardie reali a piedi e a cavallo, i marinai della Royal Navy, gli ufficiali della Raf e poi i reparti scozzesi e irlandesi con le cornamuse e i tamburi. La bara, su un affusto di cannone, avvolta nello stendardo rosso e giallo con i simboli dell’Inghilterra, della Scozia e dell’Irlanda, in bella mostra le insegne reali (lo scettro, la corona e il globo d’oro), coperta da quei fiori sui quali pare la stessa Elisabetta si fosse raccomandata per le sue esequie, le rose e i gladioli dei suoi giardini – Buckingham, Clarence e Highgrove House – che “ispezionava” durante le sue passeggiate ma soprattutto, i più amati: il mirto che spiccava nel bouquet delle nozze con Filippo e il mughetto in quello dell’incoronazione.

I SERMONI. «Ha passato la sua vita a servire la nazione», ha detto l’arcivescovo di Canterbury a Westminster. «Una fede semplice e solida», ha sottolineato il reverendo David Conner nella Cappella di San Giorgio a Windsor, togliendo dalla bara, prima della sepoltura, le insegne regali come a significare che Elisabetta si presenta al cospetto di Dio senza orpelli, non più regina. L’ultimo atto per il Gran Ciambellano che ha spezzato la bacchetta di comando: la morte cancella ogni potere terreno.

GLI ANIMALI. Emma (un pony), Candy (una corgi), Lissy (una cocker spaniel): i suoi ultimi tre animali erano presenti per l’addio a Windsor. Lei ne sarà stata felice, certa che un giorno saranno di nuovo insieme. Come disse in tv agli inglesi spauriti dal lockdown per il Covid, «will meet again». Sì, ci incontreremo ancora, Lilibet.


Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Ottobre 2022, 00:09