Elezioni Usa 2020, Trump-Biden: tutto sulla sfida finale. Orari e gli stati chiave che determineranno il nuovo presidente americano

Elezioni Usa 2020, Trump-Biden: tutto sulla sfida finale. Orari e gli stati chiave che determineranno il nuovo presidente americano

Donald Trump contro Joe Biden. Come ogni quattro anni il mondo seguirà lo 'show' della notte elettorale americana, scandita dalla chiusura progressiva dei 50 stati dell'America, dagli stati della East Coast fino a quelli della West Coast passando attraverso quattro fusi orari diversi, sei se si contano anche Alaska e Hawaii. Come voteranno gli Usa? Confermeranno il presidenteTrump alla Casa Bianca o sceglieranno il democratico Biden, già vice di Obama?

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Tradizionalmente il vincitore - cioè il candidato che ha ottenuto almeno 270 voti elettorali - è noto dopo la chiusura dei seggi della West Coast, alle 5 del mattino in Italia. È successo così con la prima vittoria di Barack Obama nel 2008 e la sua rielezione, nel 2012, è diventata certa alle 5.15. Quattro anni fa, invece, la vittoria, a sopresa, di Donald Trump su Hillary Clinton è stata considerata inevitabile quando da noi era già le 7.35 del mattino ed il tycoon strappava alla candidata democratica anche la Pennsylvania. I primi risultati delle elezioni di domani cominceranno ad arrivare quando chiuderanno i seggi negli Stati della East Coast, a partire dalle 19 locali, l'una di notte in Italia.

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Tra questi la GEORGIA, stato tradizionalmente repubblicano che quest'anno viene considerato invece in bilico, dove le complesse procedure di verifica che precedono lo spoglio del voto per posta sono state già avviate, quindi i risultati potranno arrivare velocemente.

Un indicatore importante arriverà dalla NORTH CAROLINA, uno dei battleground state che chiuderà i seggi alle 19.30. Con un grande numero di elettori che hanno già votato, e le schede arrivate per posta già inserite nelle macchine elettorali, si prevede che le proiezioni potranno arrivare velocemente. Dopo la storica vittoria di Obama nel 2008, grazie ad un'affluenza record di elettori afroamericani, lo stato è tornato ai repubblicani, ma di misura, nel 2012 e nel 2016 e quindi una prima vittoria di Biden o Trump potrebbe dare l'impronta alla nottata.

Alla stessa ora chiuderanno i seggi anche in OHIO, che non solo è uno swing state, che fu cruciale per esempio per la rielezione di George Bush nel 2004, ma è anche lo stato che, dal dopoguerra ad oggi, ha sempre scelto il candidato che poi ha effettivamente vinto la Casa Bianca. Quattro anni fa Trump si impose su Clinton con oltre 450mila voti. Quest'anno i democratici considerano l'Ohio un tassello del «Blue Wall», con Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, sfondato da Trump e che ora Biden dovrà riconquistare. Anche in Ohio i voti per posta sono stati preparati per lo scrutinio.

Poco dopo, quando saranno le due in Italia, chiuderanno i seggi in uno stato eternamente in bilico: la FLORIDA, che nel 2000 fu il teatro della lunga battaglia legale post elettorale che alla fine portò George W. Bush alla Casa Bianca. Con la preparazione per lo spoglio del voto per posta già avviata da settimane, bisogna ricordare che nelle prime proiezioni verrà riportato il voto in anticipo, sia per posta che di persona, che molto probabilmente favorirà Biden.

Quattro anni fa Trump vinse con un vantaggio dell'1,2% e anche quest'anno si prevede una battaglia all'ultimo voto.

Alle otto ora locale, le 2 in Italia, chiuderanno anche i seggi in PENNSYLVANIA che in questa chiusura di campagna elettorale si è confermato il principale battleground state con visite di Biden e comizi di Trump fino all'ultimo minuto a disposizione. Stato natale dell'ex vice presidente, la Pennsylvania è stato anche uno degli stati che, per un vantaggio di meno di 45mila voti, ha consegnato a Trump la Casa Bianca quattro anni fa. In Pennsylvania, però, lo spoglio del voto per posta inizierà solo domani, quindi si prevede vi saranno tempi più lunghi e maggiori incertezze riguardo al risultato in uno stato dove la battaglia sarà all'ultimo voto. Senza contare che, salvo un intervento della Corte Suprema in senso contrario, lo stato accetterà fino a tre giorni dopo l'Election Day schede elettorali inviate entro domani. 

Un'ora dopo, alle 3 in Italia, chiuderanno i seggi negli altri due stati che furono cruciali per la vittoria di Trump, MICHIGAN e WISCONSIN, e dove adesso Biden viene dato in testa a sondaggi, in una partita però ancora aperta. Anche loro quindi sono stati di enorme importanza per l'esito elettorale, ma anche per loro si rischia di non avere domani notte, subito dopo la chiusura dei seggi, un quadro chiaro dal momento che lo spoglio delle schede elettorali arrivato per posta non è stato fatto in anticipo. E quindi i primi risultati, fondati solo sul voto di persona, potranno dare un quadro non effettivo.

Sempre quando saranno le 3 da noi chiuderanno i seggi in ARIZONA dove anche le procedure per lo spoglio del voto in anticipo sono iniziate dal 20 ottobre scorso. Anche qui Trump ha vinto quattro anni fa, con un margine di quasi 4 punti, nello stato dove l'ultimo democratico a vincere alle presidenziali è stato Bill Clinton nel 1996. Ma i sondaggi ora danno leggermente in testa in quello che di fatto è un testa a testa. Anche qui, come in Florida, le prime proiezioni potranno essere in favore di Biden, visto che il voto per posta verrà conteggiato prima.

Alle 3 chiudono i seggi anche in MINNESOTA, stato dove nel 2016 Trump ha perso di misura ed ora vuole la rivincita a tutti costi con i sondaggi che danno Biden è in vantaggio di 5 punti dove anche si prevede le proiezioni saranno presto effettive perché le 1,6 milioni di schede elettorali già arrivate per posta sono state già inserite nei sistemi di lettura del voto.

Alle tre chiuderanno i seggi anche in TEXAS, la roccaforte repubblicana che quest'anno si è rivelato essere uno stato in cui i democratici potrebbero avere una chance di vittoria.

IL REBUS DEL CONTEGGIO DEL VOTO PER POSTA Lo spoglio delle schede elettorali arrivate per posta è particolarmente complesso e sottoposto ad una serie di controlli e verifiche che, per esempio, ha portato nelle ultime due elezioni, nel 2016 e nel 2018, a non accettare come valide 750mila schede. Una volta ricevuta la scheda chiusa in una busta, infatti le autorità elettorali devono verificare la firma su questa busta elettorale confrontandola con quella apposta al momento della registrazione negli elenchi elettorali ed altri documenti elettorali registrati. Solo dopo aver compiuto questa verifica si può estrarre la scheda elettorale vera e propria e prepararla per lo spoglio vero e proprio del voto, con macchine elettorali, che è iniziato in date diverse da stato a stato in stato. In Arizona per esempio è iniziato due settimane prima dell'Election Day, con naturalmente il vincolo di non annunciare nessun risultato prima della chiusura delle urne. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Novembre 2020, 10:50
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