Covid in Cina, allarme per il Capodanno lunare: si teme una strage di anziani. «Non fate visita ai familiari»

Bassi i livelli di vaccinazione tra gli anziani e le risorse sanitarie sono limitate

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di Redazione web

Per la Cina il mondo si è fermato al 2020. E non basterà il Capodanno lunare in arrivo a cambiare le cose. L'ondata di Covid-19 che sta mettendo in ginocchio il Paese, ha spinto il governo a emanare un appello nel quale è stato consigliato ai cittadini di non visitare i familiari anziani ancora non contagiati, durante le festività. La stessa cosa è successa in Italia nel dicembre 2020, quando non erano ancora arrivate le prime dosi di vaccino.

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Cina in ginocchio per il Covid

Guo Jianwen, uno degli esperti del team di prevenzione della pandemia del governo centrale, ha detto che «si può dimostrare di tenere a loro non portando necessariamente il virus a casa loro», secondo i media locali. Le autorità sanitarie hanno stimato per questa settimana il picco delle infezioni in diverse province e città, tra cui Pechino e Shanghai, rimarcando «seri timori» per lo stato delle aree rurali. 

Oltre a esortare le persone a non viaggiare, alle autorità regionali è stato ordinato di garantire una risposta adeguata, tra cui almeno due settimane di farmaci. Il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, ha riferito che alle comunità locali è stato consigliato di organizzare gruppi di autisti per il trasporto di contagiati in stato di necessità «quando le ambulanze delle istituzioni mediche non possono arrivare in tempo».

Le difficoltà con i vaccini

La Cina, che fino a un mese fa continuava a seguire la politica draconiana della 'tolleranza zero' al Covid, sta scontando anche i bassi livelli di vaccinazione tra gli anziani e le risorse sanitarie più limitate al di fuori delle città della prima fascia. Ufficialmente, poche decine di persone sono morte di Covid nell'ultimo mese, ma gli analisi hanno suggerito che la cifra reale sarebbe molto più alta, con previsioni di oltre un milione di morti entro la fine dell'anno.

Appena ieri, Michael Ryan, capo delle emergenze dell'Oms, ha rimarcato la sua frustrazione per i dati insufficienti provenienti dalla Cina, ritenendo «sottostimato» il numero dei decessi.

Il governo cinese ha smesso di pubblicare la maggior parte dei dati sull'infezione dall'inizio del forte aumento di casi emersi a dicembre e lunedì ha fornito gli ultimi aggiornamenti quotidiani relativi a domenica 8 gennaio (quasi 15.000 nuovi casi), puntando al passaggio mensile dei report dopo il declassamento del Covid da 'Malattia A a Malattia B'.

In più, Pechino conta i decessi correlati al virus solo se per insufficienza respiratoria, sollevando le critiche dell'Oms. «Il compito chiave nelle pandemie dovrebbe essere il trattamento», ha tagliato corto Liang Wannian, capo del team di esperti governativi contro il virus. A dispetto delle «speculazioni di alcuni media e politici occidentali che hanno etichettato il recente cambiamento di politica come 'un'inversione di marcià, l'ultima ottimizzazione è frutto della valutazione scientifica cinese dell'attuale pandemia, basata sulla pianificazione prudente, nonché su una risposta tempestiva», ha osservato oggi l'agenzia ufficiale Xinhua.

 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Gennaio 2023, 14:24
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