Coronavirus in Gran Bretagna, lo studio choc: «Un ospedalizzato su tre muore, è letale come ebola»

Coronavirus in Gran Bretagna, lo studio choc: «Un ospedalizzato su tre muore, è letale come ebola»
Il coronavirus ha colpito duramente anche la Gran Bretagna e l'ennesima conferma arriverebbe da uno studio: sulla base dei dati ufficiali su contagi e decessi, si stima infatti che un terzo dei pazienti ricoverati in ospedale sia morto. Il tasso di letalità del Covid-19, rivisto dallo studio, si attesterebbe quindi sugli stessi valori di ebola.

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I dati ufficiali hanno già permesso di accertare che la Gran Bretagna è il terzo paese al mondo per tasso di mortalità da coronavirus, dopo Italia e Stati Uniti. Come riporta l'Independent, lo studio, attualmente in fase di peer review, è stato condotto su 16.749 pazienti ricoverati in 166 diversi ospedali, dall'inizio di febbraio fino a metà aprile. I risultati possono fornire indicazioni utili sulla pericolosità del virus: quasi la metà dei ricoverati godevano di ottima salute e non avevano altre patologie, mentre la mortalità raggiunge percentuali preoccupanti soprattutto nei pazienti affetti da obesità. Altre patologie pregresse che possono risultare pericolose in caso di infezione, come già noto, sono diabete, asma, ipertensione e altre patologie cardiache e polmonari.

Lo studio conferma anche altri dati già emersi nelle scorse settimane dal lavoro di ricercatori di tutto il mondo: le donne sono meno a rischio di decesso rispetto agli uomini e circa la metà dei ricoverati riesce a guarire. Su tutti i pazienti ospedalizzati considerati dallo studio, il 49% è guarito, il 33% è deceduto e il 17% è ancora ricoverato. Calum Semple, direttore dello studio e docente all'università di Liverpool, ha lanciato un monito: «C'è ancora gente che crede che gli effetti del Covid-19 siano quelli di una pesante influenza, ma purtroppo non è così, è un errore gravissimo pensarlo. Nonostante le migliori cure e attenzioni possibili, chi arriva in terapia intensiva rischia seriamente di morire».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Aprile 2020, 15:59
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