L'avvertimento non usa giri di parole: «Non fate nulla di stupido a Taiwan». Ossia, non provate a invaderla. Le ripercussioni in caso contrario? Come quelle riservate alla Russia, dopo l'attacco all'Ucraina. Anonymous lancia un attacco-minaccia alla Cina. E lo fa hackerando la pagina web di un ente statale, quella del Partito Comunista Cinese (PCC).
Anonymous minaccia la Cina
Il collettivo globale di pirati informatici invita Pechino a stare attenta a come si muove a Taiwan. Non sono poi tanto velati gli "appetiti" della Cina su quella che la leadership comunista considera una “provincia ribelle”. Con il rischio invasione che sembra poter essere dietro l'angolo. Ecco dunque la minaccia preventiva di Anonymous. Lanciata nei giorni scorsi.
Il raid informatico
Vittima del raid informatico di qualche giorno fa - come riporta tra gli altri Taiwan News - è stato il sito web di un ufficio distrettuale di Chengdu della Conferenza politica consultiva del popolo cinese, organismo chiamato a formalizzare decisioni già prese dal presidente Xi Jinping e dai vertici del Partito comunista cinese.
Gli obiettivi di Anonymous
La minaccia a Pechino segue quelle - che si sono poi tradotte in azioni concrete - riservate alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio. Anonymous ha attaccato più volte le strutture web del Cremlino. Gli hacker, nel caso della Cina, hanno minacciato di sabotare i sistemi informatici della portaerei cinese Liaoning. A loro dire potrebbe fare la fine dell’incrociatore russo Moskva, affondato di recente dopo un probabile attacco missilistico ucraino. Perché proprio questa portaerei? Perché è la prima della flotta cinese e per giunta ha origine sovietica: varata nel 1988 nei cantieri navali di Nikolayev, dopo la caduta dell'Urss fu trasferita - guarda caso - in Ucraina. E poco prima del 2000 sfu venduta alla Repubblica Popolare Cinese.
Ultimo aggiornamento: Domenica 8 Maggio 2022, 09:15
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