I bulli lo deridevano sul bus, tredicenne si uccide per il terrore di andare a scuola
di Federica Macagnone
La madre di Michael Martin, Joanna Wohlfert, racconta di aver telefonato e inviato un'infinità di email alla scuola e alla Dean Transportation (la compagnia che gestisce lo scuolabus) quando ha scoperto che il figlio aveva avuto un forte calo di rendimento e che veniva preso di mira da molti compagni, ma di non aver mai ricevuto riscontri alle sue richieste di aiuto. Solo a gennaio è finalmente riuscita a entrare in contatto con la dirigenza della scuola: l'assistente preside Priscilla Ellis le ha assicurato che avrebbe indagato sulla questione, ma Michael, per paura di tremende ritorsioni, si è poi rifiutato di dire i nomi dei suoi persecutori. Era entrato nel tunnel della disperazione, e togliersi la vita gli era sembrato l'unico modo per uscirne: il 23 gennaio il primo tentativo, il ricovero in ospedale e la prescrizione di antidepressivi. Il 25 gennaio il suicidio.
"Mio figlio era un ragazzo mite, adorava andare a scuola - dice la madre - In condizioni normali non si sarebbe mai sognato di perdere una lezione. Lo hanno ridotto in uno stato pietoso. Quando l'assistente preside è venuta a trovarlo in ospedale il 23 gennaio mi sono chiesta perché fosse intervenuta solo in quel momento, perché si mostrasse preoccupata solo in quel momento. Era troppo tardi, avrebbe dovuto farlo prima. Lei e la scuola, così come la compagnia dello scuolabus, avrebbero dovuto proteggerlo prima. Hanno fallito nel loro compito". Ora la polizia, ma anche il distretto scolastico di Lansing, stanno indagando sulla tragedia. E tutta la città si è stretta intorno a Michael: ma è troppo tardi. E la sua morte è un macigno per tutti.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Febbraio 2019, 18:02
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