Bruciata viva sul bus dal suo stalker: «Se non puoi essere mia, non sarai di nessun altro»

Bruciata viva sul bus dal suo stalker: «Se non puoi essere mia, non sarai di nessun altro»

di Enrico Chillè
«Se non puoi essere mia, non sarai di nessun altro». È morta a 22 anni, dopo oltre un mese di agonia, dopo essere stata bruciata a bordo di un autobus da un uomo che si era innamorato di lei fino a restarne ossessionato, e che non accettava il suo rifiuto. La vicenda della giovane Eyvi Agreda ha sconvolto il Perù: la ragazza era stata attaccata dal suo stalker lo scorso 24 aprile e a nulla sono servite le continue operazioni per salvarle la vita. La sua unica colpa? Quella di aver rifiutato delle avances.

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Eyvi è morta infatti nella serata di venerdì scorso, dopo essere stata aggredita, mentre saliva su un autobus, nel quartiere di Miraflores, nella capitale Lima. Anche il presidente peruviano, Martin Vizcarra, ha espresso il proprio dolore per la morte della ragazza: «Questo femminicidio deve portarci la convinzione che questi fatti non debbano accadere di nuovo, è necessario un cambiamento culturale. La violenza contro le donne non ha alcuna giustificazione». Lo riporta il portale spagnolo 20minutos.es.



A uccidere la ragazza è stato un 37enne, Carlos Javier Hualpa, che da tempo la tormentava. L'uomo, dopo averla raggiunta sull'autobus, aveva tirato fuori dallo zaino una bottiglia contenente benzina. Arrestato dopo l'aggressione, Hualpa si era giustificato così: «Volevo darle una lezione, così mi sono avvicinato a lei, deciso a gettarle la benzina in faccia. Il bus si è mosso, e la benzina ha cosparso tutto il suo corpo». Nell'aggressione, oltre a Eyvi altri nove passeggeri erano rimasti ustionati, dopo essere stati investiti dalle fiamme. Hualpa rischia ora fino a 30 anni di carcere, anche se molti giuristi ed esponenti politici hanno chiesto una sentenza esemplare, ovvero il massimo della pena prevista per i casi di femminicidio aggravato: 35 anni.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Giugno 2018, 16:17
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