Entrare in questo luogo, un bunker antiatomico costruito dall'esercito svizzero all'inizio della Guerra Fredda e poi dismesso, è riservato solo a poche persone ed ottenere l'autorizzazione è un'impresa titanica. Joon Ian Wong, giornalista di Quarz, c'è riuscito dopo tanta fatica e ha documentato il viaggio all'interno di uno dei luoghi più inaccessibili al mondo.
A molti verrà da chiedersi: se il Bitcoin è una moneta elettronica e non fisica, a cosa serve un deposito così inespugnabile? La risposta è molto semplice: nel cuore di questo bunker c'è un computer centrale che registra tutte le transazioni di chi sceglie, per custodire i propri valori elettronici, di affidarsi a Xapo, l'azienda che ha rilevato la struttura rendendola un luogo ancora più inespugnabile. Il computer non è connesso a Internet per evitare intrusioni di hacker e le transazioni possono essere svolte anche 'offline'.
Il bunker si trova in una montagna nei pressi di Attinghausen, nel Canton Uri, ed è pressoché impossibile da raggiungere e scovare. Per entrare, poi, occorre superare una lunghissima serie di controlli incrociati (firma, presentazione di documenti d'identità, registrazione di impronte digitali) ed è possibile farlo solo se accompagnati dai dipendenti di Xapo. Dopo aver superato i vari tornelli e le porte blindate, è possibile accedere a un tunnel scavato nella roccia che presenta ancora le mappe risalenti al secondo Dopoguerra, una testimonianza esemplare dell'utilizzo originale della struttura.
Photos: The secret Swiss mountain bunker where millionaires stash their bitcoins https://t.co/NcNS542Lh4
— Quartz (@qz) 17 ottobre 2017
Si arriva, infine, ad un'altra porta blindata e a prova di attacco nucleare, oltre la quale però neanche il giornalista è autorizzato ad entrare. Al di là, infatti, c'è il deposito dei codici crittografici che contengono le informazioni su tutte le transazioni legate ai Bitcoin: è il 'caveau virtuale' a cui solo i dipendenti autorizzati di Xapo possono accedere. La sicurezza, fisica e informatica, è ovviamente altissima. All'interno della 'stanza fredda', come viene chiamata da chi lavora nel bunker, c'è una gabbia di Faraday costruita con lastre d'acciaio che previene possibili attacchi a impulsi elettromagnetici che potrebbero colpire il sistema centrale. Carlos Rienzi, uno dei manager di Xapo che ha autorizzato il cronista a visitare il bunker, spiega: «Siamo costantemente sotto l'attacco di hacker e terroristi, non è una corsa ma una partita a scacchi in cui dobbiamo sempre pensare alla loro prossima mossa. Non ci si può rilassare neanche per un secondo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Ottobre 2017, 17:11
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