Documents newly reviewed by CNN reveal that a shipment of 2,750 metric tons of ammonium nitrate arrived in Beirut on a Russian-owned vessel in 2013. @NicRobertsonCNN reports. https://t.co/0fhy2jGSY3 pic.twitter.com/QoSTv7K1Rr
— CNN (@CNN) August 6, 2020
Nel 2016 il predecessore di Daher, Chafic Merhi, aveva scritto una lettera indirzzata a un giudice coinvolto nel caso che richiedeva lo spostamento della nave: "A causa dell'estremo pericolo rappresentato da questi articoli immagazzinati in condizioni climatiche inadatte, ribadiamo la nostra richiesta alle autorità portuali di riesportare immediatamente le merci per mantenere la sicurezza del porto e di coloro che vi lavorano". Quel grido di aiuto però è rimasto inascoltato per anni. Fino al giorno dell'esplosione, martedì scorso.
Anche se le autorità libanesi non hanno nominato MV Rhosus come la causa dell'esplosione, il Primo Ministro libanese Hassan Diab ha detto che l'esplosione devastante è stata causata da 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio e ha aggiunto che la sostanza era stata immagazzinata per sei anni nel magazzino del porto senza misure di sicurezza, "mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini". Il capo della sicurezza generale del Libano ha anche affermato che un "materiale altamente esplosivo" è stato confiscato anni prima e immagazzinato nel magazzino, a pochi minuti a piedi dai quartieri dello shopping e della vita notturna di Beirut. I conti, insomma, tornano e sembrano indicare nella nave russa MV Rhosus la principale fonte dell'esplosione. Una piccola luce di verità, in una vicenda con ancora molti punti oscuri.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Agosto 2020, 15:47
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