Battisti al Gr1: «La lotta armata? È stata un suicidio. Una trappola l'arresto in Bolivia"

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«Qualcuno ha voluto portarmi alla frontiera con la Bolivia, È stata una trappola», dice Cesare Battisti intervistato dal Gr1 della Rai. «Era tutto organizzato. Io qui in Brasile sono accettato da tutti, tutti mi vogliono bene», aggiunge l'ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo, secondo il quale «nel plenario (dell'Alta Corte brasiliana, ndr) ci sono diverse voci, molte delle quali sono a mio favore».

«Come non ho compassione per le vittime? Certo che ho compassione per le vittime. Io ho 62 anni, ho moglie e figli, ho nipoti, già sono nonno», continua l'ex terrorista, condannato a quattro ergastoli in Italia all'indomani della decisione dell'Alta Corte brasiliana di rinviare di una settimana l'esame del suo caso.

Battisti rivela anche di avere «una relazione con Alberto Torregiani», figlio del gioielliere Pierluigi Torregiani, per il cui omicidio lo stesso Battisti è stato condannato a 13 anni e cinque mesi. «Ci siamo scritti durante gli anni. L'ho aiutato a scrivere un libro. Io ho lettere di Alberto Torregiani in cui mi dice testualmente che non ha nessun dubbio sul fatto che io non ho niente a che vedere con la morte del padre».

«Fortunatamente sono uscito prima che iniziassero omicidi nel mio gruppo», assicura l'ex terrorista.
Rispondendo ad una domanda sulla lotta armata, spiega: «Come si può essere soddisfatti o fieri di tanta violenza, tanti omicidi tanto sangue, da una parte come dall'altra». La lotta armata «è stato un suicidio, non poteva dare risultati per nessuno. E anche indirettamente ho partecipato a idee che hanno portato a una follia, ad una via senza uscita».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 31 Ottobre 2018, 18:24
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