Bambina di 11 anni incinta dopo lo stupro, chiede l'aborto ma le praticano il cesareo

Bambina di 11 anni incinta dopo lo stupro, chiede l'aborto ma le praticano il cesareo
Un caso che con tutta probabilità farà discutere in tutto il mondo: una bimba di 11 anni, rimasta incinta dopo essere stata stuprata dal compagno di sua nonna, è stata sottoposta ad un parto cesareo nonostante avesse esplicitamente richiesto di poter abortire. La giovanissima vittima di violenza sessuale, secondo la legge, aveva tutto il diritto di richiedere l'aborto, ma i medici dell'ospedale Eva Peròn di Tucumàn, in Argentina, di fatto l'hanno obbligata a partorire.

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La denuncia, come riporta anche 20minutos.es, arriva da un'associazione femminista ma di ispirazione cattolica, che lancia pesanti accuse: «Quella bimba non solo è stata vittima di stupro e per questo ha già tentato di uccidersi due volte, ma correva gravi rischi per la sua salute nel portare avanti quella gravidanza». La ragazzina aveva esplicitamente chiesto di poter abortire: «Toglietemi quello che mi ha messo dentro quel vecchio».

I medici dell'ospedale avrebbero dovuto acconsentire alla richiesta della ragazzina, poiché la legge consente l'interruzione della gravidanza in caso di stupro o di gravi rischi per la salute della gestante. Invece, a sorpresa, alla ventiquattresima settimana di gravidanza, nella giornata di ieri alla 11enne è stato praticato un parto cesareo. Soledad Deza, rappresentante dell'associazione che ha denunciato pubblicamente l'accaduto, ha spiegato: «In questi casi, la parola della donna ha la priorità su tutto, non c'è intervento giudiziario o medico che tenga».

Sotto accusa non ci sono però solo i medici: l'avvocato assegnato d'ufficio alla 11enne, infatti, non avrebbe mai avanzato una richiesta ufficiale di interruzione della gravidanza, nonostante il volere della ragazzina violentata. Inoltre, denunciano ancora alcune associazioni femministe, quella di Tucumàn è l'unica provincia di tutta l'Argentina che non si è ancora adeguata alle norme previste dalla legge nazionale 25673, secondo le quali il sistema sanitario dovrebbe fornire gratuitamente anticoncezionali.

La bimba, dopo il parto, sta bene, anche se non c'è ancora un bollettino medico ufficiale sulle sue condizioni e sul bimbo che ha dato alla luce. Il suo stupratore, compagno della nonna, rimane invece ancora detenuto.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Febbraio 2019, 13:17
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