Doveva essere una festa ma si è rivelata un incubo per una ragazza australiana di 29 anni, stuprata in una casa vacanze presa in affitto su Airbnb a New York nel Capodanno del 2015. Alla donna la società ha risarcito 7 milioni di dollari in cambio della firma su un accordo in cui si impegnava a non parlare del patteggiamento o a non fare causa a Airbnb né al padrone di casa.
Cosa è successo: vacanza da incubo
La donna era arrivata nella Grande Mela insieme a un gruppo di amiche per festeggiare il nuovo anno. Avevano prenotato un appartamento molto ambito al primo piano sulla 37ma strada, a due passi da Times Square. Ad attenderle nella casa non c'era nessuno: le indicazioni da seguire richiedevano di andare in una 'bodega' vicino al palazzo e prendere le chiavi. La sera del 31 dicembre le ragazze sono uscite per le celebrazioni e poco dopo la mezzanotte la ventinovenne ha deciso di lasciare le amiche e rientrare a casa.
Giunta nell'appartamento non si è accorta subito che non era da sola, ma una volta entrata in bagno si è vista puntare contro un coltello da cucina. L'uomo che lo impugnava l'ha quindi trascinata sul letto e stuprata, poi le ha rubato il cellulare. Nel panico la ragazza è riuscita tramite un iPad a contattare le amiche che sono accorse in suo aiuto insieme ad alcuni agenti fermati in strada. Quando la polizia era ancora all'interno dell'appartamento l'aggressore, il 24enne Junior Lee, è tornato. È stato subito fermato e perquisito: nel suo zaino è stato rinvenuto uno degli orecchini della ragazza, un coltello e una copia delle chiavi dell'appartamento.
La reazione di AirBnb
Airbnb è stata avvertita dell'accaduto il giorno seguente ed è stato subito il panico.
Questo ha implicazioni sulla reputazione, sulla sicurezza e anche sull'eventuale responsabilità legale della società, il cui modello di business si basa sull'idea che sconosciuti possano fidarsi gli uni degli altri. Una premessa che, se viene a cadere, potrebbe tradursi in meno clienti e più azioni legali, senza contare una regolamentazione più stringente. Insomma un incubo per Airbnb e la sua quasi segreta unità di crisi, soprannominata black box e chiamata a intervenire nelle situazioni di maggiore urgenza per prevenire disastri di public relations.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Giugno 2021, 20:12
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