Aggressione in discoteca, ventenne col cranio fratturato: «Non potrà più giocare a rugby»

Aggressione in discoteca, ventenne col cranio fratturato: «Non potrà più giocare a rugby»

di Enrico Chillè
Un ragazzo di circa 20 anni, aggredito in discoteca da uno sconosciuto, ha riportato lesioni così gravi da non poter più praticare lo sport che ama, il rugby. Il suo aggressore, che dopo averlo ferito se n'è andato in un'altra discoteca come se niente fosse, alla fine è stato condannato.

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L'aggressione era avvenuta nella notte del 18 novembre 2018, all'uscita della discoteca Dark Arch Club di Neath, in Galles. Il nome della vittima non è stato reso noto dalle autorità, ma come dimostrano alcune immagini riprese da una telecamera a circuito chiuso, si vede chiaramente il 28enne Kyle Davies discutere col ragazzo prima di sferrargli un violentissimo pugno al volto. Caduto a terra, il giovane rugbista ha sbattuto la testa al pavimento, riportando la frattura del cranio e un'emorragia cerebrale.

Il giovane, dopo tre giorni di ricovero in terapia intensiva, era stato salvato dai medici ma ha riportato dei danni permanenti che gli impediranno di continuare a praticare uno sport intenso e faticoso come il rugby. Il 28enne Kyle Davies, padre di due figli, una volta identificato e fermato si era giustificato tentando di spiegare di aver agito per legittima difesa. L'aggressore, già noto alle forze dell'ordine per alcune risse, in quel momento si trovava alle prese con una pena sospesa per guida in stato d'ebbrezza. Lo riporta Wales Online.

In tribunale, i legali dell'imputato hanno provato ad alleggerire così la sua posizione: «È pentito di ciò che ha fatto ed è un padre che non vuole sfuggire alle proprie responsabilità. La sua compagna ora è di nuovo incinta e, dopo aver ricevuto diversi sussidi, il nostro assistito ha finalmente trovato un'occupazione. L'unica cosa che vuole fare è rimettere tutto a posto e continuare la propria vita». Alla fine, i giudici hanno condannato il 28enne a 25 mesi, metà dei quali da scontare in carcere e l'altra metà ai servizi sociali. All'uomo è stato anche vietato di contattare la sua vittima per almeno tre anni.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Febbraio 2020, 12:57
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