Adolf Hitler, cinque quadri invenduti: colpa del mercato dei falsi

Adolf Hitler, cinque quadri invenduti: colpa del mercato dei falsi

di Paolo Travisi
Per anni i quadri dipinti dal dittatore nazista Adolf Hitler sono stati molto richiesti dal mercato dei collezionisti. Compratori, spesso simpatizzanti nei confronti dell'ideologia nazista. Poi, il fiorente mercato parallelo dei falsi, ha stoppato l'interesse degli acquirenti. L'ultimo caso risale al mese scorso quando, cinque quadri ritenuti opere di Hitler, non hanno ottenuto interesse ad un'asta di Norimberga. Si chiedevano dai 19 mila ai 45 mila euro, ma sono rimasti invenduti.

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Della vicenda si è occupato anche l'autorevole New York Times, secondo il quale lo scarso interesse attuale nei confronti delle modeste tele dipinte da Hitler, non risiede nella mediocre qualità artistica. E non rivela neanche dubbi etici, ma dubbi sull'autenticità. Il problema dei falsi, in realtà, ha cominciato a verificarsi intorno agli anni Trenta, periodo dell'ascesa del nazismo di Hitler, che dipinse le opere prima della dittatura. E pare che lo stesso fuhrer li raccolse, forse per conservarli o per distruggere quelli, a suo parere, meno validi. Ma il mercato dei falsi ha continuato a proliferare nei decenni successivi alla guerra ed alla sua morte, tanto che oggi non è semplice distinguere il falso dal vero, se non con complessi e costosi esami tecnologici.

La polizia tedesca, già prima dell'asta di Norimberga andata a vuoto, ha sequestrato decine di quadri, circa 60, per verificarne l'autenticità, interrompendo un'altra asta, a Berlino, in cui c'erano tre quadri con la firma A.Hitler. Basti ricordare, Konrad Kujau, illustratore tedesco ritenuto uno dei più abili falsari delle opere del dittatore, divenuto celebre negli anni Ottanta per aver creato ad arte i presunti diari privati di Hitler, ritenuti autentici per un lungo periodo, finché un esperto riuscì a dimostrare l'intero processo di falsificazione.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Marzo 2019, 13:48
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