Toti: «Con Berlusconi si rischia la disfatta. Intorno a lui c'è un circo equestre»

Il fondatore di Coraggio Italia: assurdi i veti sul Cavaliere, ma non regaliamo Draghi alla sinistra

Toti: «Con Berlusconi ora si rischia la disfatta. Intorno a Silvio c'è un circo equestre»

di Emilio Pucci

«Al casinò se punti su un numero secco puoi ottenere una grande vincita ma anche una gigantesca sconfitta. Spero che il centrodestra lo capisca: se non riuscisse a trovare i voti, se alla quarta votazione non raggiunge i 505 sì, sarebbe una sconfitta esiziale per la coalizione, e di voti ne servirebbero molti anche per equilibrare i franchi tiratori e le mosse del centrosinistra». Da Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e fondatore di Coraggio Italia, arriva un altro allarme affinché Berlusconi valuti bene la sua candiatura al Quirinale.

A che punto siamo?
«In questi giorni si sta mettendo maluccio. Se Berlusconi volesse correre per il Quirinale, ed io continuo a consigliargli prudenza, dovrebbe intanto costruire un percorso per arrivarci. E, invece, al di là del fatto di presentarsi come leader di una forza politica, intorno a lui sembra esserci un circo equestre che non si addice ad una partita così importante. Insomma, anche dal punto di vista strategico non vedo passi avanti. C'è chi sta facendo di tutto affinché la candidatura non vada in porto».

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Quindi cosa suggerisce?
«Intanto una premessa: i veti del centrosinistra, di tipo intellettuale e ideologico, non sono tollerabili. Dire che Berlusconi non è candidabile vorrebbe dire rinnegare la storia del centrodestra. È una battaglia culturale, di principio. Detto questo, bisogna al più presto scegliere se puntare su Berlusconi che guida la cavalleria per espugnare il castello o su una soluzione che trovi un largo consenso in Parlamento».

E quale potrebbe essere questa soluzione? Draghi?
«Se dovesse continuare questo stallo potrebbe diventare l'opzione di salvataggio del sistema. È stato in grado di tenere insieme una maggioranza larga. Potrebbe essere la via di fuga».

Ma alla quinta votazione?
«Il centrodestra consideri i rischi. Regalare al centrosinistra la figura di Draghi sarebbe sconsiderato. Draghi non appartiene alla cultura della sinistra, viene da una tradizione liberale. Bisognerebbe ragionare in anticipo sull'eventualità che il premier vada al Colle o se debba rimanere a palazzo Chigi e poi magari essere utile nella prossima legislatura».

Lei dunque è pessimista sulle chances di Berlusconi?
«Per lui provo un grande affetto ma la situazione si è incartata.

Pd e M5s non sono disponibili e Renzi ha spiegato di essere pronto a convergere su un'altra candidatura del centrodestra».

 

Giovedì ci sarà un'altra riunione del centrodestra.
«Ne abbiamo fatte tante e siamo sempre lì. Rischiano di essere inutili rituali. Sarebbe utile incontrare le persone che oggi non sono d'accordo con noi e potrebbero esserle domani.».

Quanto tempo deve durare secondo lei la verifica sui numeri?
«I granellini nella clessidra stanno scendendo. La palla è nelle mani di Berlusconi. Noi lo sosteniamo lealmente ma se non ha i numeri rischia di offuscare la sua storia e di tutto il centrodestra».

Ma eventualmente quale sarebbe il piano B della coalizione?
«Al momento non c'è perché siamo fermi alla candidatura di Berlusconi. Se non dovesse essere più una opzione e si aprisse una trattativa dovrebbe trovarsi un accordo non solo sul nome del presidente della Repubblica ma anche su cosa fare da qui alla fine della legislatura. La maggioranza di governo, la stessa o modificata, dovrà essere in grado di mettere in campo anche le riforme, non solo combattere la pandemia e portare avanti il Pnrr».

Quali riforme?
«È un'idea sconsiderata pensare che questa legge elettorale abbia garantito la governabilità. Chi lo dice in questi anni ha vissuto su un altro pianeta».

Ma nel caso che Draghi andasse al Colle chi lo sostituirebbe?
«Draghi non è insostituibile. Ragioniamo da grande Paese».

Un'ultima cosa. Come procede l'operazione di centro con Renzi? E che obiettivo vi ponete per il 2023?
«Potremmo superare con una legge proporzionale la soglia del 5% e andare in doppia cifra. Bisogna lasciar maturare le cose. Né noi né Renzi né altri che hanno una cultura centrista abbiamo fretta».


Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Gennaio 2022, 14:09
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