Quirinale, Crosetto la mossa della Meloni. E Salvini assicura: «La coalizione è unita»

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di Emilio Pucci

«Ma perché non vi volete contare? Avete paura? Dobbiamo dimostrare la forza del centrodestra, questa è l'occasione». Già martedì sera Meloni aveva fatto sentire la sua voce al vertice. Voleva un passo in avanti nella partita del Quirinale, «non possiamo dare l'immagine di restare fermi. Così non va bene». Ieri mattina è ripartita alla carica. «Ditemi cosa volete fare, altrimenti io mi regolo di conseguenza», l'avvertimento. È così che è maturata prima la decisione di invitare i suoi senatori a non partecipare alla prima chiama e poi quella di puntare sul fedelissimo Crosetto.

Elezioni Quirinale, terza fumata nera. Voti a Mattarella, Crosetto e Giorgetti

C'è poco da meravigliarsi se quest'ultimo ha preso 114 voti perché Crosetto ha ottimi rapporti personali con esponenti di tutti i partiti. I più restii ad una prova di forza al terzo voto sono stati Tajani e i centisti. Per lasciare ancora aperta la porta del dialogo e non andare al muro contro muro con l'ex fronte rosso-giallo. Salvini negli incontri delle ultime 24 ore con gli alleati del centrodestra è stato parco di parole. Non ha detto a priori no alla conta, ha invitato gli alleati ad avere pazienza. Ma quando poi la leader di FdI si è smarcata in Aula, con i fedelissimi non ha nascosto la sua irritazione. Insomma, la coalizione ha ballato per un'intera giornata.

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IL SEGNALE
Il terzo voto sull'elezione del presidente della Repubblica ha sancito una spaccatura forte nell'alleanza. Meloni ha voluto inviare un segnale al Capitano leghista. Perché deve trovare un accordo nel perimetro del centrodestra, la tesi di Fratelli d'Italia. Che poi nel pomeriggio è tornata in pressing sul leader del partito di via Bellerio al quale è stato offerto «il mandato di individuare, attraverso le sue molteplici interlocuzioni, il candidato più attrattivo tra quelli presentati» in conferenza stampa. Ovvero Nordio (il preferito da Fdi), Pera o Moratti. Senza escludere Casellati, ma è arrivato in primis lo stop di Forza Italia, «è il presidente del Senato, non si può bruciare». In ogni caso Meloni continua a ritenere «imprescindibile una votazione compatta del centrodestra su un candidato della coalizione», con Fdi che si sente esclusa dall'ultimo giro di trattative. E soprattutto è irritata con Forza Italia. «Ormai spiega una fonte senza Berlusconi il partito azzurro è in difficoltà, è condizionato dalle divisioni. La debolezza dei forzisti sta penalizzando il centrodestra». Da Forza Italia, però, rilanciano la linea del dialogo e della necessità di non creare instabilità in questo momento. Ecco il motivo per cui il partito azzurro ha aperto nel pomeriggio a Casini. «In una partita che non puoi vincere almeno riesci a pareggiare», la tesi.
Salvini assicura che la coalizione resta unita.

Nel pomeriggio ha sentito Berlusconi, i due hanno concordato una linea comune. In ogni caso Casini sarebbe stato inserito nella lista della trattativa. Trattativa che è proseguita fino a ora tardissima: «Tenetevi pronti per essere convocati anche alle tre del mattino» ha detto il leader leghista nella riunione con i grandi elettori del Carroccio.

Per Fratelli d'Italia, Salvini ha sì la delega a trattare, ma solo per i candidati proposti dal centrodestra, non per altri. Nel caso insomma che la Lega dovesse smarcarsi dai piani concordati si rischierebbe lo sfascio della coalizione. Anche l'eventuale Mattarella bis sarebbe accolto con un no. «Abbiamo sempre detto che il Capo dello Stato si deve rispettare. Per noi è proprio l'ultima delle soluzioni», il refrain. Da Fdi si attendono dunque le indicazioni che arriveranno al vertice del centrodestra, rinviato a questa mattina perché il coordinatore azzurro Tajani insieme alla vicepresidente del gruppo di FI al Senato Ronzulli è volato a Milano per andare a riportare a Berlusconi, ancora in ospedale, gli ultimi ragguagli della partita del Quirinale.

I VOTI A CROSETTO
Ieri una parte dei voti arrivati a Crosetto ha proprio il colore azzurro; gli altri oltre a quelli di Fdi sono giunti dal gruppo misto, dalla Lega e perfino qualcuno dal Movimento 5 stelle. Un grande successo («Sono commosso», ha spiegato Crosetto) che dimostra «la capacità aggregativa» del partito e del centrodestra, il commento di Meloni. Ma l'assist arrivato affinché Salvini forzi la mano alla quarta votazione non sarà raccolto. Il leader della Lega ha pensato di lanciare Casellati ma poi ha capito che non c'erano i numeri. Il rischio è che si andava a sbattere e magari proprio per la partita della leadership del centrodestra i franchi tiratori ci sarebbero stati proprio in Fratelli d'Italia. Sospetti che vengono respinti dal partito di Meloni. In questa partita hanno giocato un ruolo fondamentale i governisti di FI, che hanno chiesto a Berlusconi di intercedere con il Capitano ed evitare di destabilizzare la legislatura.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Gennaio 2022, 06:48
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