Elezioni presidente della Repubblica, terzo giorno di votazioni: quanto potrebbe durare ancora (e cosa è successo in passato)

Per Mattarella nel 2015 sono state necessarie 4 votazioni. Da domani la maggioranza assoluta e nessuna certezza

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La saga che porterà all'elezione del presidente della Repubblica è arrivata al terzo capitolo. Dopo due nulla di fatto, anche il terzo giorno - l'ultimo a maggioranza qualificata, ossia superiore ai due terzi - dovrebbe chiudersi senza accordo. L'obiettivo è far terminare la partita entro questa settimana, ma da domani la durata diventerà di fatto impronosticabile. La crisi ucraina, i mercati che chiedono risposte, l'emergenza Covid, sono tutte condizioni che richiedono una risoluzione veloce. Ma niente esclude che si possa arrivare alla prossima settimana. 

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Quanti giorni durerà la votazione per il Colle?

L'unica certezza sui tempi è quella riguardante la maggioranza. Oggi è l'ultimo giorno in cui saranno necessari 673 voti per raggiungere il quorum. Una possibilità che sembra già scartata, con l'annnuncio di centrodestra e Pd indirizzati ancora una volta verso la scheda bianca. Da domani si passerà alla maggioranza assoluta, ossia almeno 505 voti favorevoli. Questo significa che servirà un accordo tra le coalizioni, perché nessuno schieramento ha i numeri per raggiungere da solo il quorum. Senza un nome condiviso, si proseguirà a oltranza. Ieri il centrodestra ha fatto la sua mossa, proponendo il trio Nordio, Moratti, Pera. Oggi potrebbe arrivare la contromossa della sinistra. Il piano B (o C?) di tutti è il Premier Mario Draghi.

 

Quanto sono durate le votazioni del passato?

Dal 1948, quando Luigi Einaudi veniva eletto come primo Presidente della Repubblica (il prossimo sarà il tredicesimo), solo due volte si è trovato un accordo entro le prime tre votazioni. Nel 1985 e nel 1999, Francesco Cossiga (752 voti favorevoli) e Carlo Azeglio Ciampi (707) venivano eletti già dopo il primo scrutinio. Per Sergio Mattarella nel 2015 sono state necessarie quattro votazioni (dal 31 gennaio al 3 febbraio).

Il presidente che ha avuto bisogno di più votazioni è stato Giovanni Leone, nel 1971. Per eleggerlo furono necessarie ben 23 chiame. Riuscì a prevalere con la maggioranza risicata di 518 voti favorevoli.

Solo un'altra volta vennero superate le 20 votazioni, ossia nell'elezione di Giuseppe Saragat, nel 1964 (21). 

Tutte le durate delle votazioni dal 1948

1948 Luigi Einaudi (4 votazioni); 1955 Giovanni Gronchi (4 votazioni); 1962 Antonio Segni (9 votazioni); 1964 Giuseppe Saragat (21 votazioni); 1971 Giovanni Leone (23 votazioni); 1978 Sandro Pertini (16 votazioni); 1985 Francesco Cossiga (1 votazione); 1992 Oscar Luigi Scalfaro (16 votazioni); 1999 Carlo Azeglio Ciampi (1 votazione); 2006 Giorgio Napolitano (4 votazioni); 2013 Giorgio Napolitano bis (6 votazioni); 2015 Sergio Mattarella (4 votazioni).


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Gennaio 2022, 20:03
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