Meloni, da Vox a Orbán fino a Le Pen: i sovranisti in Ue esultano. «Una lezione all'Europa»

A Bruxelles, invece, regna il silenzio

Meloni, da Vox a Orbán fino a Le Pen: i sovranisti in Ue esultano. «Una lezione all'Europa»

Esultano in Ungheria, Polonia, Svezia e nella Francia di Marine Le Pen. A Bruxelles regna il silenzio. L'Europa accoglie così, a caldo, il trionfo del centrodestra a trazione Giorgia Meloni e si prepara ad un'Italia che, dal punto di vista della collocazione politica, rischia di porsi agli antipodi rispetto a quella targata Mario Draghi. Con tutte le conseguenze del caso sui negoziati chiave che ci aspettano da qui a dicembre, a cominciare da quello sulla terza tranche dei fondi del Pnrr. All'Eurocamera Fratelli d'Italia siede con i Conservatori e Riformisti assieme ai polacchi del Pis, al governo, e agli Svedesi Democratici, che hanno appena incassato una exploit alle ultime elezioni. La Lega, invece, siede con i lepenisti del Ressemblement National. E Jordan Bardella, eurodeputato e 'big' del partito di Marine Le Pen, è stato tra i primi ad esultare.

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Meloni tronfa, la rezione dell'Europa

«Gli italiani hanno dato una lezione di umiltà all'Unione Europea che, per voce della signora Von Der Leyen, ha preteso di imporre loro il voto. Nessuna minaccia di alcun tipo può fermare la democrazia: i popoli europei alzano la testa e prendono in mano il loro destino!», ha scritto in un tweet. Il riferimento è alle parole della presidente della Commissione da New York, quando giovedì ha spiegato che se in Italia le cose «dovessero andare in una situazione difficile, l'Ue ha gli strumenti» per reagire. Strumenti già usati con Polonia e Ungheria. Dietro la coltre di silenzio con cui i partiti europeisti e le istituzioni Ue assistono al trionfo del centrodestra c'è infatti soprattutto un timore: che l'Italia faccia asse con Ungheria e Polonia su una serie di temi chiave, a cominciare da quelli legati allo Stato di diritto.

 

E il tweet di Balazs Orban, consigliere politico dell'ungherese Viktor Orban, auspica proprio questo: «Complimenti Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi per le elezioni di oggi! In questi tempi difficili, abbiamo bisogno più che mai di amici che condividano una visione e un approccio comune alle sfide dell'Europa».

Ma c'è un'altra linea rossa sulla quale Bruxelles non ammetterà deviazioni: il sostegno all'Ucraina, sulla quale tuttavia Meloni ha già dato ampie rassicurazioni. La leader di FdI, a luglio, aveva fatto tappa proprio all'Eurocamera, ribadendo il suo pieno allineamento alle posizioni dell'Occidente.

Del resto, a Strasburgo, Ecr è nella maggioranza che sostiene Roberta Metsola mentre attorno al gruppo Id in cui siede la Lega, da tempo la maggioranza del Parlamento europeo ha issato una sorta di «cordone sanitario», come lo chiamano i sovranisti. Ma l'esito del voto italiano, ora, potrebbe cambiare anche gli equilibri anche a Strasburgo. Il Ppe, ad esempio, a caldo non ha rilasciato commenti. Il suo sostegno a Forza Italia è stato fermo e costante, puntando anche sulle garanzie europeiste e atlantiste fornite dal partito guidato da anni nell'Ue da Antonio Tajani. Ma già nei giorni scorsi, nel Ppe cresceva il timore sul peso che avrà FI all'interno della coalizione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Settembre 2022, 01:03
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