La dolce Orietta Berti vintage rassicurante nell’epoca dei social

La dolce Orietta Berti vintage rassicurante nell’epoca dei social

di Concita Borrelli

Orietta! Che dolcezza! Abituata a vederti nel salotto di Fazio o a spiritosare con Marzullo quasi non sembravi tu. Un altro ologramma dopo Mollica e Fiorello? 

Ed invece eri proprio tu, in carne e faccione, e pure il taglio sbarazzino. Scolaretta perfetta. Orietta Berti, una vita di canzoni, album di Festival e milioni di dischi. Questo sei stata. Ed è alla luce di questo che sei diventata il vintage più schietto della nostra canzone. Da godere però oggi 2021 su scene leggere, ironiche, forbite. Quel che non è il palco di Sanremo. Ieri sera sei apparsa con “Quando ti sei innamorato”. E poi puff! Scomparsa. Dalla vista e dall’udito. 

È accaduto l’inevitabile, Orietta! Il Festival ti ha risucchiata. Esiste un tempo galantuomo ed esistono i tempi spietati. Sanremo non ha più quegli echi di bianco e nero. La prima serata ha fatto il boom di giovani telespettatori. La serata più commentata sui social da quando esistono i social. Li hai visti i ragazzi, Orietta? Paillettes e proprietà di video da vendere. Nessuna debacle. Esperti di saluti ed ammiccamenti. Che dolcezza ci hai mosso. Sembravi una mascotte anche con una voce nuova e particolare. Ma pur sempre mascotte. E noi eravamo già oltre. Elodie e tutta la genia dei talent televisivi, “Amici” in testa, conquistavano i tempi. Non ti sentire per questo out, Orietta. Comprendi che pure la Pausini con quel favolistico mantello se non avesse avuto il recentissimo Golden Globe da festeggiare sarebbe risultata di un’altra epoca.

Siamo alla velocità delle stories che si consumano in 24 ore, di Instagram, di TikTok... Orietta. L’amore lo si racconta a sincope di un rapper. O anche con la fluidità di Achille Lauro. 

Se Fiorello ce la fa è perché ci sta dentro sino al collo nella comunicazione 4.0. Lo ha capito da subito. Scomparendo dalla Tv. Sperimentando format. A suo rischio e pericolo. Per poi ritornare accelerando chi gli sta intorno. Sanremo corre. Inciampando in brani inutili, ripetitivi, con voci spesso tutte eguali. Ma veste giovane. Come si direbbe in pubblicità. Orietta, Laura, Gigi, grandi, grandissimi artisti che nonne e mamme chiedono a gran voce. Ma quel che accade lì, a Sanremo, è un meccanismo strano e tagliente. Di buono, protetto e comprensivo non c’è nulla. Quest’anno neanche il pubblico in sala. In verità l’assenza l’abbiamo anche plaudita. Quella platea però era la rete dei tempi andati. Le collane di perle prese dal comò, blazer scontati nel senso di saldi, prime file fintamente prone ai tempi migliori della nostra Italia. Quelli della tua giovinezza, Orietta. Tutto questo non l’ hai trovato. E le tue note solo di quello avrebbero potuto godere. Un caldo rassicurante abbraccio a ciò che sei stata sarebbe salito dalle poltrone rosse che nude di corpi ci son tanto piaciute. Non c’era quell’abbraccio. E tu eri persa. Come una bambina in un video-gioco che divora e aggiunge Like. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Marzo 2021, 01:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA