Mamme e lavoro, le nuove garanzie al tempo del Covid

Oltre la festa: mamme e lavoro, le nuove garanzie al tempo del Covid

di Alessandro Rosina
Quella che si celebra oggi è una festa della mamma molto particolare, che cade in un punto indefinito tra una vecchia quotidianità perduta e una nuova normalità tutta da reinventare. Consolidati strumenti di supporto e abituali punti di riferimento risultano messi in discussione.



Mentre non è ancora chiaro cosa verrà ripristinato, cosa verrà perso per sempre, e a cosa di nuovo bisogna prepararsi. Molte madri si trovano così, in questa fase di passaggio, a far fronte ad una combinazione tra inasprimento delle difficoltà oggettive e accentuazione dell'incertezza verso il futuro. Si ottiene un variegato mix di rinunce, complicazioni e insicurezza che colpisce, con dosi differenziate, tre condizioni che ruotano attorno alla relazione con i figli e al rapporto con il lavoro.

La prima è quella delle madri che si trovano a rinunciare alla propria realizzazione professionale. L'Italia, già prima della pandemia presentava una bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro - come documenta un recente report del Laboratorio futuro dell'Istituto Toniolo - con valori ancor più bassi per le donne con bambini piccoli. Condizione che espone a maggior incertezza economica con corrispondente alto rischio di povertà infantile.
La seconda è quella di chi vorrebbe diventare madre ma, per mancanza di lavoro o per incerto percorso di carriera, si trova a rinviare continuamente tale scelta. L'Italia, già prima della pandemia, presentava uno dei tassi di fecondità tra i più bassi in Europa e una delle più tardive età al primo figlio. L'impatto di Covid-19 rischia di peggiorare notevolmente questo quadro, come mostrano le stime sulla natalità pubblicate dall'Istat. Mettere le donne nelle condizioni di poter realizzare - in modo integrato e con successo - scelte che generano valore sociale ed economico, deve stare alla base della nuova normalità se vogliamo trasformare, nei fatti e non solo a parole, la crisi sanitaria in una discontinuità positiva.

La terza è quella delle madri lavoratrici, che si trovano a confrontarsi con ciò che manca (la frequenza dei figli a scuola, i servizi per l'infanzia, il supporto dei nonni, ma anche di colf e baby sitter), con conseguenti sovraccarichi (in ambito domestico, nell'organizzazione familiare, nella cura dei figli), dovendo inoltre adattarsi a modalità diverse (smart working, assistenza per smart schooling dei figli, contatti e supporto a distanza dei genitori anziani). Su tutto pesa, come sottolinea l'Alleanza per l'infanzia, anche una carenza di informazioni chiare che consentano alle famiglie di organizzarsi oltre l'emergenza. Le misure principali di conciliazione messe in campo sono il bonus baby sitter e il congedo parentale straordinario, considerate dalla stessa Ministra per la famiglia insufficienti, come dichiarato in un'intervista al New York Times. La richiesta di maggiori aiuti economici e di risposte sul fronte dei servizi per l'infanzia si scontra con il nodo delle risorse ma rivela soprattutto un limite, all'interno del Governo, di visione (prima ancora che di sensibilità) che si riflette su ciò che è considerato priorità. Il 4 maggio è stato certo un momento di sollievo per l'uscita dell'emergenza, ma anche di grande sconforto e preoccupazione per una ripartenza che, di nuovo, ha scaricato su famiglie e donne i costi delle inefficienze nella sincronizzazione tra tempi di vita e di lavoro. L'auspicio, allora, è che l'attenzione su questi temi non rimanga relegata alla festa della mamma, ma che questo giorno vissuto oggi in modo così particolare diventi l'avvio della diffusione di una nuova consapevolezza sul significato di essere madre in Italia nel XXI secolo e nello scenario post-Covid, con l'impegno a dare a tale scelta tutto il riconoscimento e il valore che merita.
@AleRosina68

 
 
 
 
 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Maggio 2020, 14:44
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