Coronavirus, Ada Rapelli: «Restare aperti, è un dovere verso i cittadini»

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di Laura Bogliolo
«Mio figlio lavora all’aeroporto di Fiumicino e sa bene quali sono i pericoli causati dal Coronavirus soprattutto quando si è in prima linea, esposti ai clienti. Per questo è molto preoccupato per me». Lei, 69 anni, vedova, due figli e tre nipoti, combatte ogni giorno contro la paura «perché ho una grande responsabilità, noi edicolanti svolgiamo un servizio pubblico e la grande informazione, quella sua carta, è importantissima». Ada Raparelli ha un gran cuore. Lo ha dimostrato già otto anni fa quando organizzò una colletta per la sua amica e vicina barista morta a 34 anni di fatica mentre aspettava la metro nella stazione Termini.

Sottoscrizione del Messaggero Gara di solidarietà dei lettori per Gemelli e Spallanzani

«Non potrò mai dimenticare Isabella Viola» dice Ada mentre con guanti e mascherina prova a far capire a un anziano: «La distanza è importante e la prossima che viene indossi la mascherina». La storia di Isabella scoperta dal Messaggero colpì il cuore degli italiani, e fu grazie ad Ada se i cinque figli oggi hanno un futuro. Da quasi 30 anni è l’edicolante di via Nocera Umbra, all’Appio Tuscolano.

Ada Raparelli, ce la fa a restare aperta?
«Noi edicolanti abbiamo un dovere importante, svolgiamo un servizio pubblico, la grande informazione dei quotidiani deve circolare e ognuno ha il diritto di informarsi soprattutto in situazioni di emergenza come questa. E poi se ha lavorato fino alla fine Isabella anche se si sentiva stanca e alla fine è morta per infarto, figuriamoci se non posso farlo io...».

Come si tutela dal rischio contagio?
«Una cara amica mi ha regalato una mascherina Ffp2, abbastanza buona, ho i guanti e ho affisso fuori il negozio le istruzioni sulla distanza di sicurezza».

E le misure vengono rispettate?
«Quasi sempre, i più indisciplinati sono gli anziani, fanno battute sulla guerra che hanno vissuto e io rispondo: “Oggi non ci saranno le bombe ma c’è un’epidemia che può sterminare famiglie”. Fortunatamente ho la mascherina con il filtro, ma ha una scadenza. Quando esco uso protezioni fatte da me con la carta».

Quando ogni mattina all’alba apre la serranda ha paura?
«Sarei una folle a non avere paura, ma il nostro lavoro è fondamentale. Quando quella sera il premier Conte ha spiegato che tutti i negozi chiudevano, ho pensato che anche le edicole fossero coinvolte dal provvedimento e mi sono spaventata. Ho pensato: “È la fine...”. L’informazione non deve mancare, è fondamentale, anche se qualche cliente mi ha detto che è stato fermato dalle forze dell’ordine mentre veniva all’edicola».

E perché?
«Gli agenti hanno detto che si può uscire per la spesa, ma il giornale non è fondamentale. Invece lo è, non si possono privare gli italiani del diritto di informarsi e i quotidiani ora sono i più venduti».
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Marzo 2020, 12:48
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