Via della Seta, Mattarella regista dell'intesa mette paletti ed esclude le Tlc
di Alberto Gentili
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In questa opera di perimetrazione della portata dell'abbraccio tra Cina e Italia, l'unico Paese del G7 ad aderire al Memorandum of understarding (Mou) per la Nuova via della seta, Mattarella «ha preso atto» della latitanza di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che pure avevano litigato per un mese su questa intesa. E nel colloquio con Xi ha parlato esclusivamente di scambi economici e commerciali, di cultura, di turismo, perfino di diritti umani (tasto dolente per il presidente cinese).
Un messaggio chiaro agli alleati occidentali: l'Italia, pur guidata da un governo populista e sovranista, non sposta di una virgola la propria collocazione euro-atlantica. Non diserta, non tradisce, come invece sospetta Donald Trump. Né tantomeno viene a patti con il nemico: i dati sensibili per la sicurezza nazionale, le comunicazioni riservate tra intelligence, non sono a rischio. E Roma non si appresta a diventare il cavallo di Troia di Pechino in Europa. «E' business, solo business. E francesi, tedeschi e inglesi ne fanno molto più di noi», dice una fonte quirinalizia, «e il business lo vogliamo alla pari. Nessuna colonizzazione, nessun atteggiamento aggressivo o rapace da parte dei cinesi». Salvini, mai affettuoso con il Colle, apprezza: «Se c'è l'intervento del presidente Mattarella è una buona notizia».
Tanti paletti, tanta cautela, perché c'era da supplire alle clamorose assenze del leader leghista e di Di Maio che hanno preferito restare in Basilicata a fare campagna elettorale. E perché il Dragone va maneggiato con cura: Xi ha un potere assoluto e da Washington e da Bruxelles hanno martellato per giorni, insinuando il sospetto (appunto) che lo sbarco del presidente cinese a Roma, la firma del Mou, potesse spostare l'asse della politica estera italiana.
Così non è. Mattarella ne è garante. E lo sarà, in questo protagonismo diplomatico di necessità, anche a fine giugno quando riceverà a Roma Vladimir Putin. Su questa linea, rispondendo indirettamente allo sgarbo del francese Emmanuel Macron, che ha invitato Merkel e Juncker a Parigi in occasione del summit di martedì con Xi, Mattarella e il leader cinese nel colloquio hanno messo a verbale: «Abbiamo bisogno di un'Europa unita. Chi si isola finisce per perdere».
LE SORPRESE DI XI
Raccontano che Xi abbia citato Umberto Eco per rafforzare il concetto: «La storia è maestra di vita. C'è un proverbio cinese che dice: dalla storia si impara il presente». E la storia insegna che quando l'Europa si è divisa sono arrivate guerre e povertà. Con sorpresa, Mattarella ha ascoltato il leader comunista rigettare l'idea di un'Europa «come un menù à la carte», come un'alleanza da sgretolare: «I rapporti tra la Cina e l'Unione europea sono molto importanti, guardiamo con favore a un'Europa stabile, aperta e prospera e mi auguro che l'Italia continui a giocarvi un ruolo fondamentale». La risposta del capo dello Stato: «Vogliamo sviluppare ulteriormente i rapporti tra Cina ed Europa, nel rispetto dell'unità europea e dell'amicizia con gli Stati Uniti». E l'Italia si offre come apripista della nuova stagione tra Bruxelles e Pechino, non si candida a una fuga solitaria.
Il rapporto deve però essere «alla pari». In quanto, ha avvertito Mattarella, «ci deve essere un'effettiva parità di condizioni e reciprocità». Un modo per stoppare ogni tentazione di atteggiamento rapace sul fronte economico-commerciale da parte di Pechino. E Xi avrebbe offerto «ampie garanzie».
Ci sono però due cose che più di altre hanno sorpreso il capo dello Stato durante il colloquio. La prima: in una fase in cui Trump colpisce duro il multilateralismo e si afferma il sovranismo, Xi ha detto: «La Cina vuole garantire pace e sicurezza, spero che l'Onu lavori con forza a questi obiettivi. Solo il multilateralismo può battere protezionismo e militarismo». La seconda: il presidente cinese si è detto d'accordo a portare avanti i negoziati per la tutela della proprietà intellettuale e delle denominazioni geografiche dei prodotti. Il segno che ora anche la Cina ha delle eccellenze e vuole difenderle.
Ultimo aggiornamento: Sabato 23 Marzo 2019, 12:37
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