Morto Vincenzo Desario, ecco chi era nelle parole di Mario Draghi

Morto Vincenzo Desario, ecco chi era nelle parole di Mario Draghi

Il testo del discorso con cui l'allora governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha salutato Vincenzo Desario nel giorno della sua ultima presenza alla riunione del Consiglio superiore della Banca.

“La riunione di oggi del Consiglio superiore è stata l'ultima alla quale il Dottor Desario  ha preso parte, nella sua veste di Direttore generale. A fine settimana egli tornerà ai ruoli di marito, di padre, ma soprattutto, di nonno come ha più volte ricordato. Una scelta di vita che ho cercato, nell'interesse della Banca, di contrastare senza esserci riuscito. 

Enzo ha trascorso in banca quasi due terzi della sua vita; prima in filiale, a Foggia, e poi presso l'Amministrazione centrale. Non è mai stato un uomo da compromessi. Soprattutto quando si riferiva all'Istituto. 

Oggi il Consiglio superiore, che ne ha sempre apprezzato l'intelligenza, la lealtà, il rigore, l'onestà dei comportamenti ha voluto nominarlo Direttore Generale onorario: un titolo, se non sbaglio, attribuito a due sole persone nella vita ultracentenaria della Banca. Desario lo merita pienamente.

Enzo ha lavorato a lungo nella Vigilanza; la Vigilanza si è identificata con lui. Egli ne ha modellato la struttura e il modo di operare; ne ha difeso l'autonomia; vi ha lasciato un'impronta che ancora oggi, dopo 12 anni dalla sua nomina nel Direttorio, persiste. 

Desario, "mastino" quando da ispettore doveva confrontarsi con amministratori e direttori generali di banche; "mastino" quando da Direttore centrale della Vigilanza doveva difendere i provvedimenti, le scelte, le decisioni dell'Istituto; non lo era più quando doveva educare generazioni di colleghi ai principi di rigore morale, di correttezza, di serietà professionale, di indipendenza, di senso dell'Istituto, di spirito di servizio che caratterizzano e devono caratterizzare il personale della Banca.

Mi auguro che i suoi collaboratori di allora stiano trasmettendo tali valori alle generazioni più giovani.

La Banca si nutre di questi "passaggi di testimone".

Desario ha fornito numerose testimonianze del vincolo sincero, profondo che lo lega alla Banca. Questo senso di appartenenza si è sovente sintetizzato nella sua affermazione di essere un "uomo di Banca".

Da Governatore ho già avuto occasione di ricordare, nel luglio scorso, al momento dell'annuncio delle sue dimissioni, lo straordinario debito di riconoscenza che ho accumulato nei confronti di Enzo per il consiglio, la collaborazione, l'appoggio da lui fornitomi nei mesi trascorsi dalla mia nomina. Mi auguro, caro Enzo, che tu voglia conservarmi il privilegio della tua amicizia. 

Desidero, infine, a nome del Direttorio e dell'intera compagine del personale, ringraziarti per l'impegno, la competenza, l'umanità con cui hai operato nei tuoi 47 anni di lavoro in Banca. 

Rimarrai per noi, per coloro che in futuro reggeranno le sorti dell'Istituto, un esempio cui ispirare il nostro operare”.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Novembre 2020, 00:06
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