Solo poche righe. Ma che, se dovessero effettivamente entrare in vigore, cambierebbero per sempre i rapporti tra Fisco e contribuente. A favore di quest’ultimo. «Il contribuente ha diritto di partecipare al procedimento amministrativo diretto alla emissione di un atto di accertamento o di riscossione dei tributi». Ed ancora. «L’atto emesso in violazione del comma precedente è nullo». Insomma, l’Agenzia delle Entrate prima di spedire un atto di accertamento a un qualsiasi contribuente, dovrà ascoltare quest’ultimo e valutare prima di avanzare qualsiasi pretesa se ci sono degli elementi a sua “discolpa”. Una vera rivoluzione.
I due commi sono stati inseriti all’interno delle proposte di riforma del processo tributario elaborate per il governo dalla Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria. Un organismo istituito dal ministro dell’Economia Daniele Franco e da quello della Giustizia, Marta Cartabia, e guidato dal docente della Bocconi Giacinto della Cananea, ma del quale hanno fatto parte anche il direttore delle finanze del Mef, Fabrizia Lapecorella, e il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Le proposte della Commissione dovrebbero essere recepite all’interno della delega fiscale che il governo si prepara ad approvare entro la fine di settembre, come previsto dagli impegni presi con l’Europa nel Recovery Plan. A meno che il governo stesso non decida di dare un percorso diverso alle proposte inserendo l’articolato in qualche provvedimento già all’esame del Parlamento. Ma perché la Commissione ha deciso questo passo in favore dei contribuenti? La ragione principale è provare a ridurre alla base il contenzioso tributario tra il Fisco e i cittadini che pagano le tasse. Se il contribuente ha la possibilità di difendersi prima che l’atto di accertamento o di riscossione diventi definitivo, è probabile che le cause tra amministrazione e cittadini si riducano.
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La relazione
In realtà il principio che il Fisco, prima di emanare un atto, debba ascoltare il contribuente, è già presente da tempo nell’ordinamento italiano.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Agosto 2021, 14:31
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