Superbonus 110%, cessioni del credito maturate prima di maggio sbloccate: ecco cosa prevede il dl Semplificazioni

Per molte imprese potrebbe essere finalmente la boccata d’ossigeno tanto attesa

Superbonus 110%, sbloccate le cessioni del credito maturate prima di maggio: ecco cosa cambia

di Giusy Franzese

Per i “non addetti ai lavori” potrebbe sembrare una modifica minima, quasi irrilevante, visto che si limita a “spostare” indietro una data. Invece la norma contenuta nel decreto legge Semplificazioni, approvato pochi giorni fa dalla Camera e ora all’esame del Senato per la conversione definitiva in legge, è un altro passo avanti importante per moltissime imprese rimaste imbrigliate nel blocco delle cessioni del credito relativo al superbonus 110%. Vediamo di cosa si tratta.

Dl Semplificazioni, ok della Camera a sblocco misure bonus edilizi e pacchetto fiscale Terzo settore

Il decreto Semplificazioni

Il 27 luglio scorso la Camera ha dato il via libera al decreto Semplificazioni. Per diventare legge occorre l’ok anche del Senato che ha tempo fino al 20 agosto prossimo. All’ultimo momento sono stati inseriti alcuni emendamenti bipartisan. Uno riguarda il meccanismo di cessione dei crediti maturati con i lavori edilizi del superbonus 110%. In particolare si dispone che quanto già approvato nel decreto Aiuti diventato legge il 15 luglio, valga anche per gli sconti in fattura e i crediti antecedenti al primo maggio 2022.

Per molte imprese potrebbe essere finalmente la boccata d’ossigeno tanto attesa: sono migliaia e migliaia infatti le aziende che avevano effettuato i lavori prima di maggio accordando lo sconto in fattura ai clienti, con la convinzione di poter poi girare il credito alla banca, cosa che poi nei fatti era risultata impossibile a causa delle restrizioni introdotte dal governo per arginare le truffe. Secondo la Cna (confederazione artigiani), solo tra i loro iscritti, erano rimaste impigliate nel blocco della cessione dei crediti circa 30.000 imprese. «Per noi è un tema di vita o di morte» era stato il grido di allarme. Il nuovo sblocco - una volta confermato dal Senato - dovrebbe far riprendere a girare il meccanismo inceppato.

 

Cade la data spartiacque

Il decreto Aiuti, convertito definitivamente in legge il 15 luglio scorso, consente a banche e intermediari di compensare con le detrazioni fiscali il credito acquistato dai clienti (privati o aziende) oppure a loro volta cederlo in tutto o in parte: fino a due volte all’interno del sistema bancario o di intermediazione finanziaria, per una volta in favore di privati considerati «professionali» dal Testo unico della Finanza, cioè soggetti in grado di comprendere l‘impegno preso e che potranno beneficiare del bonus.

In totale quindi, partendo dal primo cessionario, sono 4 le “girate” possibili.

La quarta cessione potrà essere effettuata dalle banche a qualsiasi partita Iva diversa dal consumatore finale, quindi a chiunque eserciti attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale. Sono consentite anche le cessioni parziali dei crediti maturati, ad esempio una sola annualità del credito e non l’intero importo. Questa novità consentirà alle banche che hanno raggiunto il plafond massimo di capienza fiscale per il 2022 di riattivare alcune procedure bloccate. Le novità del decreto Aiuti sul superbonus, però, valgono per le cessioni per le quali la prima comunicazione dell‘opzione è stata fatta a partire dal primo maggio, che di fatto è una data “spartiacque” per le nuove regole: se la data è antecedente si applicano le vecchie indicazioni che vietano le cessioni parziali successive alla prima.

Con la norma inserita nel decreto Semplificazioni cade quindi la data spartiacque e lo sblocco (quarta girata, cessioni parziali, platea allargata) vale anche per le comunicazioni antecedenti al primo maggio.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Luglio 2022, 20:56
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