L'ok dell'esecutivo potrebbe però arrivare a breve, con un passaggio in Consiglio dei ministri forse già venerdì. Intanto proseguono le trattative per gli altri tre comparti (scuola, enti locali e sanità). L'una tantum va dai 370 euro della fascia retributiva più bassa ai 712 di quella più alta, per una media di 492 euro. Questo l'ammontare stabilito con l'intesa del 23 dicembre scorso tra i sindacati e l'Aran, l'agenzia che ha trattato per conto della ministra della P.a, Marianna Madia. Il contratto, valido per 240 mila dipendenti, copre tutto il triennio 2016-2018.
La tabella di marcia per cui si lavora prevede il caricamento di questa una tantum nello stipendio di febbraio. Ecco che per preparare i cedolini sarebbe l'ideale avere concluso la trafila burocratica entro gennaio. Senza dimenticare che la procedura per rendere effettiva l'intesa include anche la sottoscrizione definitiva del contratto, con le parti che si dovranno dare di nuovo appuntamento all'Aran.
Da marzo, poi, scatterebbero gli 85 euro (in media) dell'aumento a regime.
Le risorse per il rinnovo sono quelle stanziate con le ultime tre leggi di bilancio, in tutto circa 2,8 miliardi. Fondi che vanno a finanziare gli aumenti per gli statali e per tutti i lavoratori del pubblico impiego che fanno riferimento alla P.a. centrale. Sicuramente diverso il discorso per i dipendenti degli enti locali, a cui si dovrà provvedere attingendo dai bilanci di Comuni, Regioni e Province.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Gennaio 2018, 16:39
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