Spread oltre 290. E sui titoli di stato a breve termine Grecia meglio dell'Italia

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Nove anni di spread sulle montagne russe, dagli albori della crisi dei debiti sovrani col primo rischio default della Grecia nel 2010 alle ultime schermaglie di questi giorni tra il governo italiano a guida gialloverde e Bruxelles dopo le elezioni europee. Lo spread a 10 anni è salito fino a 294 punti base con un tasso in rialzo al 2,72% mentre quello della Grecia prosegue la sua fase calante tanto che il profilo di rischio di Roma e di Atene, misurato appunto dallo spread dei bond governativi decennali, è ormai prossimo alla parità.

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Infatti lo spread ellenico rispetto a quello italiano nel 2012 era a ben 2.700 punti base ma oggi la distanza si è drasticamente accorciata, ad appena 18 punti base. Non era così basso dal 2008, prima dello scoppio della crisi greca, avvenuto nel 2009 quando il neo primo ministro George Papandreou rivelò pubblicamente che le statistiche inviate dai precedenti governi di Atene all'Ue erano state falsificate. E le sorti finanziarie divergenti tra Roma e Atene diventano ancora più nette e sorprendenti guardando ai bond di medio termine. I titoli di Stato italiani sulla scadenza a cinque anni vengono, infatti, giudicati dai mercati addirittura più rischiosi di quelli della Grecia.

Lo spread tra Btp quinquennale e bund tedesco è salito a 234 punti base, in rialzo di 10 punti mentre quello tra Atene e Berlino è sceso di 10 punti base a 226. Il Btp quinquennale offre così un rendimento più alto di quello della Grecia, pari al'1,74% contro l'1,68%. «Gli investitori stanno premiando Atene per lo sforzo che sta facendo per migliorare i suoi conti pubblici, mentre crescono i timori sul debito italiano a causa dello scontro tra Roma e l'Ue», spiegano gli analisti, sottolineando che «l'Italia ha sostituito la Grecia come principale fattore di rischio politico in Europa».

Dai saloni di Bankitalia il governatore Ignazio Visco nella sua relazione ha messo in evidenza proprio il fatto che il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è di quasi un punto percentuale più alto rispetto ai valori di aprile 2018, con lo spread in rialzo di 160 punti base nei confronti del Bund e di 140 punti base nei confronti dei bond spagnoli. «Si stima che a parità di altre condizioni, rendimenti di 100 punti base più alti determinino una riduzione del prodotto dello 0,7% nell'arco di tre anni», ha avvertito Visco.
E a margine dell'assemblea è intervenuto sullo spread anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sottolineando che «va calmierato» e il debito pubblico «deve scendere». Il numero uno degli industriali ha spiegato che «dobbiamo stare attenti perché è una tassa per il paese», infatti «quando aumenta, aumentano i costi d'interessi per le imprese e le famiglie e anche la finanziabilità del debito pubblico».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Maggio 2019, 19:24
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