Riforma fiscale, sì alle tre aliquote. Leo: «Meno tasse ai dipendenti» Meloni: «Svolta per l'Italia»

«La delega fiscale approvata dal Cdm riscrive completamente l'attuale sistema tributario varato negli anni 70», la nota del Mef

Irpef e flat tax, ecco la riforma del fisco: sì alle 3 aliquote. Leo: «Meno tasse ai dipendenti»

di Andrea Bassi

La riforma fiscale del governo Meloni compie il suo primo passo. Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega di 22 articoli scritta dal vice ministro all’Economia Maurizio Leo e che ora sarà trasmessa in Parlamento. Giorgia Meloni l’ha definita una «svolta necessaria per il Paese». Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che la riforma «riscrive completamente l’attuale sistema tributario varato negli anni 70». Per scrivere i decreti attuativi il governo, una volta approvato il testo dalle Camere, avrà 24 mesi a disposizione. Ma il primo “modulo” sarà il taglio delle aliquote Irpef dalle attuali quattro a tre che, come ha confermato Leo, saranno introdotte dal prossimo anno. Quali dipenderà dai soldi che saranno trovati, ma il punto minimo di approdo saranno il 23 per cento per i redditi fino a 28 mila euro, il 33 per cento per quelli fino a 50-55 mila euro e il 43 per cento per quelli superiori. Nella delega questo passaggio viene definito di “transizione” verso la flat tax, la tassa piatta. Che intanto sarà introdotta sugli aumenti di stipendio dei lavoratori dipendenti. Il progetto prevede anche una «equità orizzontale». Le no tax area di dipendenti e pensionati saranno equiparate a 8.500 euro e anche le detrazioni da redditi da lavoro e da pensione. I dipendenti potranno scontare dalle tasse anche i contributi previdenziali e le spese sostenute per produrre il reddito (come per esempio le spese di trasporto). Una novità importante è contenuta nell’articolo 22 della delega approvata ieri. Una sorta di clausola anti-rincaro per le tasse. L’attuazione della riforma, c’è scritto, in nessun modo dovrà far aumentare la pressione fiscale. Per le imprese la delega introduce una tassazione con doppia aliquota. L’Ires, oggi al 24 per cento, potrà scendere fino al 15 per cento per quelle imprese che in un biennio assumono o fanno investimenti «qualificati». I commercianti e le piccole imprese, potranno stipulare dei concordati biennali con il Fisco. L’Agenzia calcolerà, grazie alle banche dati di cui dispone, le tasse da versare. Se l’impresa accetterà, per due anni non subirà controlli. Se guadagna di più, il profitto extra non sarà tassato. I rapporti tra Fisco e contribuente, nelle intenzioni del governo, dovranno cambiare profondamente.

Ci dovrà essere un dialogo costante. Chi dichiarerà tutte le tasse, ma poi per ragioni oggettive non riuscirà a pagarle, non finirà più nelle maglie della giustizia penale. E i giudici dovranno tenere conto degli accordi stipulati con i contribuenti per rimborsare imposte eventualmente evase. Anche la riscossione sarà meno invasiva. Le cartelle potranno sempre essere pagate in 120 rate. Se l’Agenzia entro 5 anni non riuscirà a riscuotere il dovuto, il debito sarà automaticamente cancellato. 

Flat Tax, deduzioni per i dipendenti e 3 scaglioni Irpef: come sarà la riforma fiscale
 

I PASSAGGI
 

Anche l’Iva sarà riformata. Oltre alle attuali aliquote del 22, 10,5 e 4 per cento (che saranno razionalizzate), arriverà anche un’aliquota “zero” che potrà ricomprendere al massimo sette beni considerati essenziali. Attuare la riforma avrà un costo. Come sarà finanziato? «La delega», ha spiegato ieri il Ministero dell’Economia, «prevede la revisione delle tax expenditures, che oggi comprende più di 600 voci». L’intenzione insomma, è quella di addentrarsi su una strada, quella della riduzione delle detrazioni, su cui in molti si sono cimentati senza successo. L’idea questa volta però, è di non intervenire con le cesoie sulle 600 voci. Ai contribuenti sarà assegnato una sorta di “budget” in base al reddito da usare per gli sconti fiscali. Una volta esaurito il plafond la tassazione tornerà piena. Questo “budget” dovrebbe essere del 4 per cento per i redditi del primo scaglione Irpef, del 3 per cento nel secondo scaglione e del 2 per cento nel terzo scaglione, per azzerarsi oltre una certa soglia. Il centrodestra ieri, ha plaudito compatto all’approvazione del provvedimento. Il centro sinistra ha bocciato il progetto per bocca del responsabile economico del Pd Antonio Misiani. Ci sono poi le parti sociali. I sindacati hanno già espresso la loro netta contrarietà, Confindustria ha invece promosso alcune delle misure fondamentali. Intanto il viceministro Leo ha auspicato misure per le famiglie a compensazione dell’aggravio sui mutui che deriva dalle scelte della Bce.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Marzo 2023, 17:43
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