I furbetti dell'Isee: falsi 6 modelli su 10. E così la platea del reddito si restringe

I furbetti dell'Isee: falsi 6 modelli su 10. E così la platea del reddito si restringe

di Umberto Mancini

ROMA Al ministero del Lavoro sono preoccupati. Sul tavolo del vice premier Luigi Di Maio c'è infatti il dossier della Guardia di Finanza sui finti poveri, i possibili destinatari del reddito di cittadinanza. I dati dei controlli delle Fiamme Gialle destano grandi perplessità, perché i militari hanno scovato sei finti poveri ogni dieci verifiche. Finti poveri che hanno falsificato l'Isee per ottenere le prestazioni sociali agevolate o che, avendo un lavoro in nero e quindi delle entrate, non avrebbero dovuto aver accesso ai ticket sanitari gratuiti. Solo nella prima metà del 2018 le prestazioni sociali agevolate frutto di «indebite richieste» hanno sfiorato il 40%, mentre quelle per ottenere i ticket sanitari superano il 93%. Insomma, tanti furbetti che falsificano i dati sul reddito, fingendosi bisognosi, pur di avere il sussidio pubblico.

IL MECCANISMO
Proprio per scremare la platea dei beneficiari del sussidio, il governo pensava di affidarsi all'indice Isee, che calcola sia l'imponibile sia il patrimonio dei contribuenti, ma che evidentemente, visti i dati della Gdf, ha delle falle. Da qui la ricerca di soluzioni per evitare soprusi. Al ministero si stanno facendo tutte le ipotesi. Anche perché si rafforza l'idea di risparmiare anche sul reddito. Da via Veneto, al riguardo, fanno sapere che l'assegno pieno da 780 sarà erogato a non più di 450 mila persone su una platea potenziale di 5 milioni. Per il resto, si spera di risparmiare qualcosa non tanto con lo slittamento dell'avvio del provvedimento, quanto con una capillare verifica sui redditi dei potenziali beneficiari, per scoprire evasione fiscale e lavoro in nero. Sulla scia delle cifre fornite dalle Fiamme Gialle.
Ma per fare questo è necessario un sistema di controllo, che al momento non esiste in Italia. L'idea del governo è quello di creare una rete per fare soprattutto controlli preventivi, dove mettere assieme i database dell'Agenzia delle entrate e dell'anagrafe tributaria (per la parte fiscale), dell'Inps (per quella previdenziale e contributiva) e quelle dei Comuni, gli unici a poter calcolare sia il numero dei nuclei familiari sia se sono già oggetto di misure assistenziali. Una volta rilevate le difformità, toccherà all'Ispettorato nazionale del Lavoro e alla Guardia di Finanza fare le verifiche sul posto. La lotta contro il nero e il sommerso è però molto difficile.

LA RADIOGRAFIA
Ma vediamo i dati. Su 8.847 persone controllate nei primi sei mesi del 2018, 5.435 non avevano i requisiti per accedere alle agevolazioni sociali. Si tratta del 61% del totale. Nel 2017, considerando però l'intero anno, gli abusi scoperti avevano sfiorato il 56%, mentre l'anno precedente il 66%. Le truffe maggiori riguardano i ticket sanitari, dove le irregolarità sfiorano il 90% (3.367 su 3.611 verifiche). Dove invece si nota un calo delle irregolarità è nel campo delle prestazioni sociali agevolate: 39% nei primi mesi del 2018, 38% nel 2017, 50,4% nel 2016. Di fatto però gli interventi effettuati dalla Gdf evidenziano un tasso di irregolarità che per il settore delle prestazioni sociali agevolate oscilla tra il 40 e il 50%, mentre per i ticket (con l'indebita esenzione dal pagamento) si attesta sopra il 90%.
L'operazione-anti furbetti è quindi complessa. Per quanto mirati, i controlli eseguiti negli ultimi anni dalla Guardia di Finanza hanno coperto più o meno lo 0,5% dei potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Dicembre 2018, 09:47
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