Reddito di emergenza, flop della misura anti-covid: scontro nel governo sulla proroga

Flop del reddito di emergenza, scontro nel governo sulla proroga

di Francesco Bisozzi
Scontro nel governo sulla proroga del reddito di emergenza. Il termine entro cui dovevano arrivare all'Inps le domande per ottenere il beneficio è scaduto il 31 luglio, ma la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo spinge per un'estensione al 15 settembre. Il Partito democratico, però, fa muro. I numeri per adesso testimoniano il flop della misura anti-Covid: l'obiettivo era quello di raggiungere 2 milioni di persone, invece il Rem ne ha imbarcate solo 500 mila. Pervenute all'Inps circa 460 mila richieste, la metà delle quali è stata rifiutata per assenza di requisiti o perché incomplete.
Risultato? Il reddito di emergenza ha conquistato un quarto dei beneficiari potenziali. La maggior parte dei percettori del Rem risiede in Campania, Sicilia e Lazio. Il bonus è rimasto schiacciato dagli altri aiuti messi in campo del governo per far fronte all'emergenza innescata dal coronavirus: il reddito di emergenza è incompatibile con la cassa integrazione, la Naspi, il reddito e la pensione di cittadinanza e con le varie indennità assicurate in questo periodo a diverse categorie di lavoratori. Ma il reddito di emergenza non è decollato è anche a causa degli importi erogati.

Gli importi

Stando all'ultimo aggiornamento l'importo medio versato agli aventi diritto tocca i 572 euro. Al 30 giugno risultavano 209 mila nuclei percettori di almeno una mensilità, con 518 mila persone coinvolte. C'erano in palio fino a 1600 euro spalmati su due mensilità (per stabilire l'entità dell'importo da erogare è stato moltiplicato il valore base del sussidio, 400 euro, per il parametro della scala di equivalenza Isee, che assegna un valore a ogni composizione familiare). Per il Rem è stato stanziato circa un miliardo di euro. In caso di mancata proroga la misura si lascerà alle spalle un tesoretto stimato attorno ai 700 milioni di euro. Soldi che potrebbero essere utilizzati per finanziare lo schema di incentivi al lavoro che troverà spazio nel decreto di agosto e che prevede sgravi al 100 per cento dei contributi per i neoassunti e dai tre ai quattro mesi di decontribuzione piena per i dipendenti che verranno fatti rientrare dalla cassa integrazione. Le domande per il reddito di emergenza dovevano essere presentate all'istituto di previdenza esclusivamente in modalità telematica autenticandosi con Pin, Spid, Carta nazionale dei servizi e Carta d'identità elettronica.

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Agosto 2020, 11:37
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