Reddito di cittadinanza, cosa succede adesso: al via la fase 2 per più di 704.000 disoccupati

Reddito di cittadinanza, cosa succede adesso: al via la fase 2 per più di 704.000 disoccupati

di Loris Alba
Nei centri per l'impiego italiani, inizierà domani lunedì 2 settembre la cosiddetta Fase 2 del Reddito di cittadinanza. Il secondo passaggio consisterà in una sorta di banco di prova per i navigator, per verificare e testare le loro effettive capacità di accompagnare verso nuove esperienze lavorative tutti quei cittadini che da qualche mese stanno beneficiando del reddito di cittadinanza, il provvedimento bandiera del programma politico del Movimento 5 Stelle.

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Si tratta di poco più di 704.000 cittadini che, ormai già da qualche mese, ricevono il sussidio. Tra l'altro, il numero dei soggetti da assistere è inferiore al totale delle domande accolte, circa 922.000 stando agli ultimi dati relativi al mese di luglio. La differenza si deve imputare a diversi fattori (es. età, condizioni fisiche e di salute non ottimali) che non permetterebbero un regolare svolgimento dell'attività lavorativa.

LA FASE 2 DEL REDDITO DI CITTADINANZA

I navigator avranno il compito di avviare i disoccupati verso nuove occupazioni. I dati dell’Agenzia nazionale politiche attive del Lavoro (Anpal) sostengono che molti dei soggetti da accompagnare alle nuove attività lavorative  risiedono nel sud Italia. Circa il 65% di questi beneficiari proviene da Campania (178.370), Sicilia (162.518), Calabria (64.057) e Puglia (50.904).

L'inizio, lunedì 2 settembre, della fase 2, sarà anche l'occasione per l'avvio del training on the job dei navigator contrattualizzati da Anpal Servizi. L’avvio della seconda fase prevede, come ben noto, la sottoscrizione dell’impegno ad accettare un lavoro. In caso contrario, si rischia di perdere l'assegno erogato.

Una volta convocati presso gli uffici, i beneficiari del Reddito di cittadinanza avranno l'impegno di collaborare con il Centro per l'impiego per definire in maniera chiara quello che viene definito il "bilancio delle competenze", stipulando successivamente il Patto per il lavoro, che prevede ovviamente il rispetto degli impegni previsti, in primis quello di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro congrue che verranno avanzate.

Le proposte di lavoro dovrebbero rispecchiare il seguente meccanismo: la prima offerta entro i 100 chilometri di distanza dalla residenza, la seconda entro i 250 chilometri, la terza nell’intero territorio italiano. 

La norma prevede inoltre che, oltre agli intestatari del reddito, vengano chiamati anche i componenti del nucleo familiare maggiorenni che non siano occupati e che non frequentino corsi di studi. 


 
Ultimo aggiornamento: Domenica 1 Settembre 2019, 10:19
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