Recovery Fund, le regole: quattro anni per le riforme o gli aiuti verranno sospesi
di Antonio Pollio Salimbeni
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Recovery Fund, no condizionalità ma "obiettivi di riforme"
LA VERIFICA
Prima verifica il Consiglio europeo del 18-19 giugno e se ne prepara già un altro a luglio. Procedure Ue, voto del parlamento, procedure nazionali, il tempo correrà. Intanto per il 2020 si potranno utilizzare solo 11,5 miliardi. Antipasto leggero. Il resto dal momento in cui ci sarà il nuovo bilancio, primo gennaio 2021. È una situazione che potrebbe costringere il governo italiano a telefonare al Mes. Da una tabella interna della Commissione, si ricava che l'Italia riceverebbe complessivamente 172,745 miliardi di cui 90,938 in prestiti e 81,807 a fondo perduto. Tenendo conto delle tre reti di difesa già definite, i prestiti del Mes (36 miliardi), della Ue per la cassa integrazione (forse 15-20 miliardi da giugno), della Bei per le imprese (30-35 miliardi dalla tarda estate al più tardi), potrebbero essere in gioco sulla carta circa 254-264 miliardi. Almeno per qualche anno l'Italia potrebbe pure risultare beneficiaria netta fra contributi alla Ue e quanto riceve.
Quanto alle condizioni per gli aiuti, niente Troika in vista. Tuttavia l'accesso è subordinato a principi e controlli ex post che non vanno presi sottogamba. «Gli Stati dovranno presentare il piano nazionale di investimenti ad aprile ma possono farlo a ottobre con la bozza del programma di stabilità (impegni di bilancio ndr) ed è meglio: non ci sarà intrusione nelle scelte nazionali, però ci sono obiettivi generali da perseguire: il sostegno è legato all'attuazione degli impegni», spiega il commissario all'economia Gentiloni. E ancora: «Non si tratta di uno strumento di salvataggio con le condizionalità connesse». Tre i criteri di valutazione: il piano deve affrontare le sfide indicate dalle raccomandazioni Ue del semestre europeo; rafforzare potenziale di crescita, resilienza e coesione; affrontare le transizioni verde e digitale. I progetti di investimento devono avere la loro precisa e argomentata posta finanziaria, scadenze per l'attuazione. Dopodichè Bruxelles adotta un atto di esecuzione dopo un passaggio degli stati. Gli esborsi del Recovery Fund saranno in «tranche» soggette alla realizzazione degli investimenti e/o riforme, ma prima occorrerà aver già preso decisioni concrete che li rendano possibili . Ci saranno indicatori specifici di risultato e impatto delle misure «in modo che il completamento degli obiettivi sia fissato come condizione per ricevere il sostegno finanziario». E gli stati riferiranno su base trimestrale a Commissione e Consiglio sui progressi compiuti. Altro principio cardine: ci sono 7 anni di tempo per attuare un investimento, mentre per le riforme 4 anni. Se gli impegni non saranno attuati in modo soddisfacente, il contributo sarà sospeso in tutto o in parte. «Certo, che se non si fanno gli investimenti è difficile dare soldi», dice il vicepresidente Dombrovskis.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Maggio 2020, 13:26
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