Ponte Genova, De Micheli: «Per ora affidato al concessionario»

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di Roberta Amoruso
«Ho firmato io la lettera che ho poi inviato al sindaco Bucci (nel ruolo di commissario, ndr), per la procedura di collaudo, di consegna e di gestione post-consegna, che va al concessionario». Ad annunciarlo è la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli su Radio 24, confermando l’affidamento dell’infrastruttura in corso di completamento a Genova ad Autostrade per l’Italia. «Con Bucci - ha aggiunto De Micheli - Avevamo avuto una riunione qualche giorno fa in cui lui aveva chiesto quali fossero i percorsi prima dell’inaugurazione del ponte e io gli ho confermato tutta la procedura di collaudo, della consegna e ovviamente quella della gestione post-inaugurazione, che va al concessionario. Ovviamente in questa fase il concessionario è Aspi e questa vicenda è soggetta a un’ultima fase, dopo questo faticosissimo percorso sulla vicenda degli adempimenti delle manutenzioni». «Questa - ha concluso - è l’opzione che io ho firmato e inviato al commissario». Comunque «un concessionario ci sarà sempre», ha concluso il ministro.

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Il punto è che il nuovo Ponte dovrebbe essere consegnato il 29 luglio, Aspi è pronta a gestirlo, ma sulla società  pesa ancora, a due anni dal crollo del Morandi, la minaccia della revoca della concessione da parte del governo (e in particolare del fronte Cinquestelle). Una decisone attesa da settimane. «Il governo ha definito le sue condizioni. Aspi faccia sapere se accettano, sennò procederemo con la procedura di revoca. Le proposte di Aspi non sono accettabili: a un certo punto la procedura di revoca si dovrà concludere», ha ribadito ieri il premier Conte. Adesso è arrivato il momento di decidere,possibilmente entro questa settimana», ha detto invece oggi il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e capo delegazione del Movimento 5 Stelle.

Oggi la Corte Costituzionale deciderà se il decreto Genova abbia o meno violato principi costituzionali e se quindi l’esclusione di Aspi dalla demolizione e ricostruzione del nuovo Ponte di genova, che sostituisce il Ponte Morandi crollato il 14 agosto 2018, sia stata legittima. Dunque se i giudici dessero ragione ad Aspi sul ricorso della concessionaria autostrade contro il decreto fortemente voluto dall’ex ministro Toninelli per escludere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi, sarebbe una sconfitta per la linea del governo. Ma a ben vedere potrebbe essere un sollievo doppio per il governo. Non solo perché di fronte a una decisione così netta sarebbe molto difficile proseguire sulla strada della revoca e dunque più facile cedere alla strada del compromesso superando la spaccatura nel governo. Ma anche perché una tale decisione dei giudici costituzionali potrebbe aiutare a sciogliere anche il nodo dell’art. 35 del Milleproroghe che prevede la cancellazione dell’indennizzo da 23,5 miliardi (limitato a 7 miliardi) in caso di revoca della concessione. Se, infatti, gli ermellini decidessero che il Decreto Genova è incostituzionale, perché ha modificato unilateralmente la Concessione di Aspi, per analogia anche l’art. 35 del DL Milleproroghe potrebbe subire la stessa sorte, visto che il Tar Lazio si riunirà sull’argomento tra ottobre e novembre prossimi. In questo scenario lo stop sulla revoca risolverebbe definitivamente anche il nodo della gestione del nuovo Ponte di Genova.
Intanto però il commissario Bucci fa sapere che la rotta per il collaudo è già tracciata diversamente.
«Confermo che è arrivata la lettera dalla ministra e ha affidato al commissario il verbale di verifica dell'ispezione di viabilità.
Lo faremo noi con la struttura commissariale e decideremo il team di consulenti che farà questo lavoro, possono essere Anas, Rina o altri. È una decisione che prenderanno i responsabili tecnici
».

E il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sbotta. 
«Ebbene, dopo due anni di minacce, immobilismo, proclami, giustizia promessa e rimandata il ponte di Genova verrà riconsegnato proprio ad Autostrade, come ha ordinato il Governo M5s-Pd», attacca il presidente via Facebook. «Voi ridate il ponte ad Autostrade senza ottenere nulla. Noi continuiamo a lavorare per l'interesse dei liguri. E intanto per la tragedia del Morandi e per le sue 43 vittime nessuno ancora ha pagato. Mentre a Roma litigavate, noi in Liguria almeno abbiamo ricostruito il ponte. Forse abbiamo ringhiato meno di voi... ma visti i risultati...», commenta.

DISAGI IN LIGURIA
Quanto alla situazione di forti disagi in Liguria, «Nei prossimi dieci giorni potranno terminare i controlli» sulle opere d’arte della rete autostradale in Liguria, ha detto la ministra. Rispondendo alle sollecitazioni dei conduttori sui notevoli disagi di questi giorni per il traffico stradale in Liguria, la ministra ha spiegato che i controlli potranno essere molto più rapidi e veloci rispetto al passato, dopo l’autorizzazione del Mit (con una circolare pubblicata ieri) a utilizzare metodi di indagine e monitoraggio con sistemi più avanzati, in sostituzione del «controllo a vista» previsto dalla precedente circolare Mit del 1967. Circolare che, in ogni caso, ha fatto capire il ministro, finora non è stata pienamente applicata dai concessionari. «Partiamo dal presupposto - ha infatti premesso la ministra - che questi controlli andavano fatti dieci anni fa; abbiamo avuto un rapporto tra lo stato-controllore e i concessionari che per molti anni non è stato all’altezza della custodia del bene autostradale». «Siamo stati primi, dopo decenni - ha ricordato De Micheli - a impostare un lavoro sulla sicurezza con criteri omogenei per tutti, non solo per Autostrade per l’Italia, per i controlli su gallerie e viadotti». «Abbiamo chiesto ad Autostrade per l’Italia - ha concluso - di fare gli interventi appena abbiamo avuto la mappatura delle opere».

Un fotografia, questa, non condivisa da Aspi e da Aiscat che aveva chiesto nei giorni scorsi regole certe  dopo i controlli imposti nelle gallerie liguri che da settimane paralizzazno il traffico nella Regione. Secondo l'Associazione delle concessionarie  lo stesso Mit aveva cambiato le carte in tavola a fine maggio con Aspi stringendo ulteriormente i tempi dei controlli, e dunque chiedeva regole certe per tutto il settore. Ieri è arrivata dunque una una nuova circolare del Mit. Un documento con l’obiettivo di chiarire una volta per tutte la totta per tutte le concessioni. Ma l’Aiscat è tornata all’attacco.

«L’aggiornamento della circolare del 1967 sulle ispezioni in galleria, approvato dalla Ministra De Micheli in totale autonomia e senza alcuna consultazione preventiva, è del tutto confuso e inadeguato. Il Ministero non solo agisce in ritardo, confermando la precedente assenza normativa, ma con la circolare odierna si limita a introdurre la possibilità di utilizzare, durante i monitoraggi, tecnologie che siano validate da un ente universitario, preoccupandosi però di chiarire subito dopo che tale novità non modifica l’attuale assetto dei controlli, e quindi sembrerebbe completamente inutile». A dichiararlo è l’Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali, che riparte all’attacco sulla vicenda dei controlli in galleria. E, afferma, «come se non bastasse, la nuova circolare non scioglie in modo chiaro ed evidente il nodo che sta bloccando da settimane la Liguria, senza evidenziare se sia necessario smontare e rimontare o meno le onduline ogni tre mesi o una volta l’anno». 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2020, 20:14
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