Pil italiano giù su base annua: -0,1%. Le Borse europee aprono in calo

Pil italiano giù su base annua: -0,1%
Il Pil tendenziale nel primo trimestre del 2019 è tornato negativo (-0,1%) come non accadeva dal quarto trimestre del 2013. Lo rende noto l'Istat nell'ultima stima sul Prodotto interno lordo, in base a dati corretti per gli effetti di calendario.

L'Istat rivede al ribasso il Pil del primo trimestre ma nonostante ciò è confermata l'uscita dell'Italia dalla recessione tecnica, dovuta ai due cali consecutivi registrasti negli ultimi due trimestri del 2018, entrambi chiusi a -0,1%. Infatti il Prodotto interno lordo del primo trimestre in termini congiunturali risulta comunque positivo (+0,1%). 
«Andamento stagnante». Così l'Istat definisce le oscillazioni del Pil degli ultimi trimestri. La correzione al ribasso delle stima del Pil risente degli ultimi dati acquisiti dall'Istat, spiega lo stesso Istituto. In particolare ha influito in negativo la diminuzione del fatturato dei servizi, pubblicata ieri.

Lato occupazione, l'Istat fa sapere come l'input di lavoro sia cresciuto a un ritmo superiore a quello dell'attività. Nel primo trimestre del 2019 infatti le ore lavorate sono aumentate dello 0,7% mentre l'incremento delle unità di lavoro si è fermato allo 0,4%. Nel confronto internazionale, rispetto agli altri Big, l'Italia mostra un Pil più debole. Nel primo trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,8% negli Stati Uniti, dello 0,4% in Germania e dello 0,3% in Francia. In termini tendenziali, il Pil statunitense è salito del 3,2%, quello tedesco dello 0,7%, e quello francese dell'1,2% in Francia. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area euro è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,2% nel confronto con il primo trimestre del 2018.

Nel primo trimestre dell'anno l'Istat vede in aumento il valore aggiunto dell'agricoltura (+2,9%) e la crescita tiene anche nell'industria (+0,9%). Sempre in termini congiunturali, invece, risultano in calo (-0,2%) i servizi.

Nel primo trimestre del 2019 la domanda nazionale, al netto delle scorte, ha contribuito per +0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e +0,1 punti gli investimenti fissi lordi.
Lo rileva l'Istat, spiegando che l'apporto della domanda estera netta è risultato positivo per 0,5 punti percentuali. Per contro, aggiunge, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali. Ecco che l'Istituto parla di un «ampio contributo positivo della domanda estera netta», che «riflette il marcato calo delle importazioni» (-1,5%) a fronte di «un limitato incremento delle esportazioni» (+0,2%). Dal lato della domanda interna, invece, «vi è stato un lieve apporto positivo sia dei consumi» (+0,2%), sia degli investimenti (+0,6%) in particolare per la componente delle costruzioni, «più che compensato da quello negativo delle scorte».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Maggio 2019, 15:09
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