«Incontreremo la proprietà -ha aggiunto Di Maio - e spiegheremo che per noi Pernigotti e i suoi lavoratori sono uniti». «Se la proprietà vuole uscire da questo stabilimento, deve dare la totale disponibilità a cedere marchio e stabilimento insieme», ha continuato il ministro. «Ma dev'essere chiara una cosa: noi entro la fine dell'anno faremo una norma, una proposta di legge, che lega per sempre i marchi ai loro territori. Non è più accettabile - ha concluso - che si venga in Italia, si prenda un'azienda come la Pernigotti, e si trasferisca la produzione mantenendo il marchio».
Prima dell'incontro con il ministro del Lavoro Di Maio, una delegazione di manifestanti ha distribuito cioccolatini ai passanti scandendo «Lavoro! Lavoro!».
A Novi ligure i lavoratori della Pernigotti sono oltre 250 tra dipendenti (cento), stagionali, interinali e altre tipologie. «Lavoro alla Pernigotti da oltre 20 anni, - racconta una delle manifestanti - e continuo a mangiare tantissimi cioccolatini, non stancano mai. È per le capacità dei miei colleghi che hanno anche 30 anni di esperienza. Se Novi chiude, non saranno più così buoni». «Non c'è solo il problema dell'occupazione, che per noi è prioritario, ma c'è anche una truffa nei confronti dei consumatori che leggono Pernigotti 1860 e comprano cioccolato prodotto altrove», afferma il segretario generale della Uila Uil, Stefano Mantegazza.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Novembre 2018, 15:53
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