Pensioni, quota 102, Ape Sociale e Opzione Donna: tutto quello che c'è da sapere

Draghi tende la mano ai sindacati e trova l'accordo con la maggioranza. Quota 102 durerà solo un anno

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Alla fine sarà Quota 102. Questa la mediazione trovata dal governo Draghi per il nodo pensioni. La soluzione è stata presentata ieri durante la Cabina di Regia e, salvo stravolgimenti dell'ultimo minuto, finirà nella legge di bilancio che dovrebbe essere varata oggi. Si potrà andare in pensione a 64 anni con almeno 38 di contributi. Quota 102, però, avrà una validità di un solo anno

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Dopo la rottura di ieri, quindi, il presidente del Consiglio Mario Draghi tende la mano ai sindacati. Trova un accordo all'interno della sua maggioranza e potrà quindi presentare la legge di bilancio all'Unione europea. Quota 102 per un solo anno ha permesso a Draghi di mettere in accordo la maggioranza visto che la sua durata limitata permetterà di tornare a discutere di una riforma organica delle pensioni, come richiesto anche dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

Un'opzione che ha convinto anche la Lega, spinta ad accettare soprattutto dai 500 milioni che serviranno per i lavoratori delle Piccole e medie imprese penalizzati dai nuovi requisiti. 

Allo stesso tempo il governo Draghi annuncia la proroga di un anno per l'Ape sociale con allargamento alle attività gravose. Dal 2017 la certificazione di mansione difficoltosa è stata utilizzata da 20mila persone, a fronte delle 127mila che hanno usato la sola Ape sociale. Forse a causa della richiesta di 36 anni di contributi totali di cui gli ultimi per forza concentrati sulle attività gravose.

L’anno prossimo, poi, dovrebbero accedere alla misura coloro che compiranno 63 anni e 38 di contributi, ovvero quelli che avrebbero potuto utilizzare anche Quota 100.

L’Ape sociale servirà invece a coloro che raggiungono i 63 anni (nati nel 1959 o prima) con meno di 38 anni di contributi ma almeno 30 se si è disoccupati e si è esaurita la Naspi da almeno tre mesi o 36 se si chiede il sussidio per aver svolto un’attività faticosa.

Ma c'è anche l'Opzione Donna. Ovvero la possibilità per le lavoratrici dipendenti con almeno 58 anni e le autonome con almeno 59 con almeno 35 di contributi versati di andare in pensione una volta decorso un anno di finestra mobile che diventano 18 mesi per le lavoratrici autonome. In questo caso il calcolo della pensione è interamente contributivo e nel computo dovrebbero rientrare le dipendenti nate nel 1963 (che hanno compiuto 58 anni nei 2021) oltre alle autonome nate nel 1962.

Il meccanismo di Quota 102, quindi, dovrebbe essere lo stesso di UQotta 100. Attualmente la misura, che scade alla fine di quest’anno e iniziata nel 2019, consente l’uscita anticipata per coloro che hanno 38 anni di contributi e 62 di età.

Nell’importo della pensione non ci sono penalizzazioni se non quelle dovute al montante contributivo e, quindi, all’anticipo di uscita. Con Quota 102 saranno circa 50mila le persone che potranno andare in pensione. E facendo una simulazione per coloroche hannno una retribuzione lorda di 30mila euro con 1650 euro di netto mensile perdono tra i 40 e i 160 euro rispetto all’assegno pensionistico pieno che avrebbero incassato a seconda della lunghezza dell’anticipo. Chi incassa 50mila euro annui perde invece tra i 100 e i 210 euro a seconda dell’anticipo.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Ottobre 2021, 14:35
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