Pensioni, nuovo schema presentato dal governo per le perequazioni: quali sono le 6 fasce
La rivalutazione sale dall'80 all'85% per i trattamenti fino a 5 volte al minimo (2.626 euro lordi al mese), facendo lievitare l'importo da 153 a circa 162 euro, ma che diminuisce ancora per le altre 4 fasce: dal 55 al 53% per le pensioni fino 6 volte il minimo (3.150 euro) con un ulteriore sacrificio di oltre 4 euro al mese; dal 50 al 47% per quelle fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro, con una perdita di altri 9 euro; dal 40 al 37% fino a 10 volte il minimo (5.250 euro mensili), con una contrazione aggiuntiva di oltre 11 euro; dal 35 al 32% oltre le 10 volte il minimo, che nel caso di un assegno di 5.350 euro comporrebbe una riduzione sempre di circa 11 euro.
Dal 1° gennaio 2023 uscirà quindi di scena l'attuale schema per la rivalutazione delle pensioni: cioè 100% per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (525,38 euro mensili), 90% per quelli superiori a 4 volte e fino a 5 volte il minimo e 75% sulle fasce di importo superiori a 5 volte il minimo. La quota di indicizzazione piena degli assegni al caro vita era stata fissata per il 2023 al 7,3% da un decreto del ministero dell'Economia.
Gli emendamenti del governo alla manovra hanno rafforzato la rivalutazione delle minime per gli over 75 ma per il solo 2023. Questi trattamenti beneficeranno di una rivalutazione aggiuntiva del 6,4%, invece del previsto 1,5%, oltre alla prevista indicizzazione del 7,3%. Con il risultato di far lievitare l'importo mensile della pensione fino a 597,3 euro mensili. Gli altri trattamenti al minimo saliranno nel 2023 a 570 euro, come già indicato dal governo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Dicembre 2022, 09:30
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