Olio d'oliva sempre meno Made in Italy. Allarme sulla produzione

Olio d'oliva sempre meno Made in Italy. Allarme sulla produzione
(Teleborsa) - I cambiamenti climatici continuano a sconvolgere il settore agricolo, ma in Italia scarseggiano le risorse per sostenere un settore chiave del Made in Italy. La denuncia arriva da Coldiretti, associazione che rappresenta una larga fetta di agricoltori, che porta in piazza i suoi iscritti, a Roma, lanciando un allarme sul crollo della produzione nazionale e sul boom delle vendite dii prodotti d'importazione. Una pietra tombale per l'olio extravergine d'oliva Made in Italy.

Produzione dimezzata

E' l'olio extravergine di oliva Made in Italy a subire quest'anno gli effetti più pesanti del cambiamento climatico, con una strage che lo scorso inverno ha compromesso 25 milioni di ulivi. Secondo lo studio "Salvaolio" della Coldiretti, presentato oggi in corso di manifestazione, il raccolto quest'anno è pressoché dimezzato attorno ai 200 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici.

Fra le regioni più penalizzate la Puglia, dove si realizza la maggioranza dell'olio italiano e si contano 90 mila ettari di uliveti senza produzione, un taglio di circa due terzi del raccolto e un equivalente di 1 milione di giornate lavorative perse.

Per la prima volta nella storia – sottolinea la Coldiretti - la produzione spagnola stimata quest'anno in 1,6 miliardi di chili è superiore di oltre sei volte a quella nazionale che potrebbe essere addirittura sorpassata dalla Grecia e dal Marocco.

Al supermercato 2 bottiglie su 3 sono straniere

E ovviamente, con il crollo dei raccolti, le importazioni di olio di oliva sono destinate a superare abbondantemente il mezzo miliardo di chili con il risultato che sul mercato nazionale più di 2 bottiglie su 3 conterranno prodotto straniero.

"Il rischio per i consumatori – denuncia la Coldiretti – è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all'estero o con l'etichetta delle grande distribuzione si trovi prodotto straniero (tunisino, spagnolo o greco), peraltro favorito da etichette dove l'indicazione della provenienza è spesso illeggibile".

Nel 2018 gli arrivi di olio dalla Tunisia sono tra l'altro raddoppiati (+100%) e potrebbero crescere ulteriormente se l'Unione Europea rinnoverà l'accordo per l'ingresso di contingenti d'esportazione di olio d'oliva a dazio zero verso l'UE per 35mila tonnellate all'anno scaduto il 31 dicembre 2017, oltre alle 56.700 tonnellate previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia (in vigore dal 1998).

Serve una politica di sostegno


Secondo Coldiretti, senza interventi strutturali, l'Italia rischia di perdere per sempre l'olio Made in Italy con effetti disastrosi sull'economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio. Per affrontare l'emergenza servirebbe la dichiarazione di calamità naturale con lo stanziamento di risorse adeguate al Fondo di Solidarietà Nazionale ed un adeguato coordinamento istituzionale tra il livello regionale e quello nazionale.

Sul piano strutturale vanno affrontate le molteplici criticità: dalla inarrestabile strage provocata dalla Xylella alle contraffazioni, dall'invasione di olio straniero a dazio zero al falso Made in Italy per salvare un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l'economia e l'occupazione.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Gennaio 2019, 12:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA