Marco Carlomagno, lettera a Conte: «Cura Italia ok, ma serve il doppio»

Marco Carlomagno, lettera a Conte: «Cura Italia ok, ma serve il doppio»
«Serve uno sforzo ulteriore, le risorse da stanziare siano almeno il doppio» è l'appello di Marco Carlomagno, presidente della FLP/Federazione Lavoratori Pubblici e Segretario generale della Confederazione Indipendente Sindacati Europei, nella lettera inviata al premier Giuseppe Conte e ai Ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia e delle finanze, Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri.
 
«Siamo consapevoli che le misure previste nel Decreto Legge “Cura Italia” sono solo le prime adottate  - prosegue Carlomagno - ma riteniamo che sia necessario un ulteriore, forte, impulso agli interventi economici a sostegno di famiglie e imprese, con nuove risorse stanziate che siano nell’immediato almeno il doppio di quelle oggi previste, prevedendo, in ogni caso, la possibilità di ulteriori incrementi per far fronte all’andamento della situazione emergenziale. I nuovi interventi che saranno adottati con il DL dei prossimi giorni dovranno dare continuità agli strumenti oggi finanziati per estendere i benefici a chi oggi ne è escluso, per mettere in campo non solo una importante operazione di tenuta del reddito, ma anche di investimenti nei settori dell’innovazione tecnologica, delle infrastrutture, delle grandi opere». 

«Risultano insufficienti gli attuali finanziamenti degli ammortizzatori sociali, ristretti i tempi di fruizione: massimo nove settimane per la cassa integrazione, come se la durata dell’emergenza fosse stata stabilita in questo limite temporale e come se le aziende, una volta finita l’emergenza, come nulla fosse avvenuto, riaprissero senza alcuna difficoltà e con i ritmi normali di lavorazione».

«Siamo consapevoli che la giusta sospensione dei termini per il versamento di tasse e contributi porti a mancate entrate nelle casse dello Stato, ma riteniamo che sia necessario un maggiore sostegno alle aziende accelerando ad esempio, anche con misure speciali, i pagamenti arretrati della Pubblica Amministrazione. Vanno ripensati tutti gli strumenti di politica economica, messi in discussione gli stessi vincoli di bilancio che, ora come ora, rappresenterebbero un incredibile freno al tentativo di garantire, in questa fase, liquidità alle famiglie ed alle imprese, e capacità di spesa a chi, da un giorno all’altro, ha visto bloccarsi la propria attività e ogni forma di reddito. Prioritario è anche lo sblocco dei fondi per le opere pubbliche per essere utilizzati con immediatezza all’indomani della fine dell’emergenza».

Carlomagno conclude: «La nostra Confederazione è in questi giorni fortemente impegnata a garantire, tramite tutti gli operatori delle professioni sanitarie, la tenuta del sistema sanitario nazionale e l’assistenza ai cittadini, assicura i presidi di presenza necessari negli altri settori pubblici, per garantire anche lo sdoganamento e l’approvvigionamento delle merci, la sicurezza pubblica, la giustizia, l’erogazione di pensioni, stipendi e tutte le altre prestazioni sociali e assistenziali. Abbiamo formulato proposte, e siamo protagonisti dell’importante operazione di diffusione generalizzata del lavoro agile. Ma se vogliamo rendere fruibili in tempo reale tutte le ulteriori prestazioni che le norme straordinarie adottate in questi giorni mettono in capo alle strutture pubbliche, bisogna fare uno sforzo ulteriore».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2020, 20:36
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